GENTE DI CARNICO: GILDO DE TONI

Gildo De Toni in azione.
Gildo De Toni in azione.

Domenica scorsa, quando durante la trasmissione “A tutto Carnico” è stato annunciato il terzo gol dell’Arta a Paluzza e il radiocronista ha specificato: “Terzo gol dell’Arta: ha segnato De Toni!”, in molti si saranno chiesti: “Ma chi è questo De Toni? Mah, forse un giovane della juniores …”. E invece no, il De Toni in questione è sempre quello: Gildo, o se preferite Gjldo , per dirla alla carnica. Gjldo De Toni, classe 1967, ovvero 49 anni. Qualcuno potrebbe anche pensare che sia una specie di scandalo che un quasi cinquantenne sia ancora protagonista. Ed invece non è “scandaloso Gildo” (parafrasando il titolo di un film di Gabriele Lavia), ma piuttosto dovrebbe far riflettere il perché uno riesca a ritagliarsi spazi importanti all’età in cui potrebbe allenare tanti di quei giovani ai quali, invece, la domenica rende la vita difficile. Ci saranno componenti, diciamo così, genetiche, ma quello che ancora gli fa preparare la borsa e andare al campo è la passione, le dedizione ad uno sport al quale ha dedicato parte della sua vita. La generazione, più o meno, dei Paolo Di Lena, dei Pierpaolo Screm, dei Luca Rupil, che non smettono, ma tutto sono tranne che patetici. Quella di Gjldo col calcio è una storia lunga, incominciata tanti anni fa, quando ancora il pizzo era un’ipotesi ma i riccioli forse erano già quelli. Gli anni in cui da Trelli raggiungeva Paularo per vestire la maglia gialloblu della Velox. La tecnica era magari di quelle non particolarmente raffinate, ma l’esuberanza fisica, la grinta e il carattere bastavano ed avanzavano per farsi notare. Dopo qualche stagione con la Velox, il Cedarchis gli mette gli occhi addosso. In realtà fu lui, prima, a mettere gli occhi addosso al Cedarchis, più precisamente ad una di Cedarchis. Lei era Eva Granzotti, figlia di Dino (all’epoca dirigente giallorosso) e sorella del bomber Riccardo. Dino fiutò subito il gran colpo, un colpo doppio: un bravo ragazzo per la figlia e un buon giocatore per il suo “Ceda”. A quei tempi però non esistevano gli svincoli e bisognava trattare coi dirigenti. Dino non si perde d’animo e sale a Paularo, dall’allora presidentessa Nives Romano, dicendole più o meno: “Dottoressa, io sono convinto che lei non abbia nessuna intenzione di mandare all’aria una famiglia! Gjldo sta con mia figlia ed, insomma, sarebbe opportuno che giocasse col Cedarchis”. Dino, precorrendo i tempi, insomma, la mise sul piano dell’ … integrazione! La dottoressa (che naturalmente aveva poca voglia di privarsi di un giocatore importante) prese tempo, rispondendo che forse sarebbe stato il caso di sentire anche il parere dell’interessato. Dino non si perse d’animo e attuò la seconda parte del suo piano. Andò da Gjldo e gli disse: “Ragazzo, se vuoi che mia figlia non accusi più improbabili … mal di testa, sarà il caso che tu venga a giocare nel Cedarchis!”. Oddio, magari il linguaggio sarà stato molto più colorito, ma il senso era quello: vestire il giallorosso per non andare in … bianco! A Cedarchis lo accolsero benissimo: il fatto di essere imparentat con una famiglia calcisticamente importante lo aiutò, ma di certo lui ci metteva anche tanto di suo, in un ambiente che sembrava fatto apposta per esaltarne le caratteristiche temperamentali. Furono anni indimenticabili, costellati di vittorie, soddisfazioni e sempre grandi riconoscimenti anche a livello personale. Perché Gjldo è una di quelle persone speciali: amato dai compagni e rispettato dagli avversari. Trovate un attaccante, uno solo, che dica di aver subito da lui un fallo vigliacco. Duro sì, ma leale; grintoso sì, ma corretto. Quando gli avversari parlano di lui lo fanno sempre con grande rispetto, il rispetto che sanno guadagnarsi le persone sincere e leali. Delle sue abitudini non conosciamo granché, nel senso che non sappiamo se questa sua longevità agonistica sia il frutto di una vita improntata al salutismo, alla misura, al sapersi controllare. Di certo, come si diceva, c’è un fattore genetico, ma lui è uno che si allena, lo ha sempre fatto e continua a farlo. A questo proposito, chi scrive è diretto testimone di un episodio capitato qualche anno fa, quando Gjldo comunque aveva già superato la quarantina. Era un caldo, caldissimo pomeriggio di fine luglio, più o meno verso le 14.30. Il sottoscritto stava tornando da Tolmezzo verso Paluzza e in macchina quasi si sudava solo a cambiare le marce. Sul rettilineo di fronte all’allevamento delle trote, da lontano, si vede uno che spinge una moto; lo raggiungo per vedere magari se ha bisogno di aiuto. Quando lo affianco lo riconosco subito: è lui, De Toni del Cedarchis. Il caldo bestiale e la faticata gli avevano appena scomposto i riccioli! Gli dico: “Gildo (io lo chiamo così, perché per me Gjldo è praticamente impronunciabile!), hai bisogno di una mano?” E lui: “Ho finito la benzina e vado a farla al distributore sul ponte di Sutrio. Sono almeno un paio di chilometri che spingo questa moto”. “Beh, dai, sali che ti do un passaggio. Avranno ben una tanica da darti al distributore! Te la fai riempire e poi ti riaccompagno”. “No, no, grazie, continuo a spingere, almeno faccio un po’ di allenamento!”. E continuò a spingere, come evidentemente era abituato a fare … sulla fascia. Ma torniamo alla pura vicenda calcistica: dopo tanti anni col Cedarchis, probabilmente, le cose non sono più uguali. Forse è il momento di cambiare aria. Certi rapporti finiscono così, senza un motivo vero. Qualcuno ha detto che nel “Ceda” trovava sempre meno spazio. Qualcun altro ha detto che lui se l’era un po’ presa. La verità, come spesso succede, sta nel mezzo, ma da lui non sentirete mai pronunciare una sola mezza parola contro il Cedarchis. Anzi, una volta che glielo chiesero, in un’ intervista, disse che era giusto così, che le cose vanno da sole e non ci sono colpe di uno o dell’altro. Questione di correttezza e di stile, appunto. L’Arta, allora, si fece avanti ottenendo subito il suo sì e le sue prestazioni sempre di livello. Ecco, questo è Gjldo De Toni: semplicemente straordinario o straordinariamente semplice. Beh, fate voi, il risultato non cambia. Perché, insomma, ce ne fossero, di Gjldo! …

3 Comments

  • Posted 29 Luglio 2016 09:25 0Likes
    by Marco

    Coppa Carnia 1999… Cedarchis-Campagnola… Trafitto, con un esterno a fil di palo, da Gjldo nel 1° tempo… E’ finita 1-0. Tante sgroppate ancora Gjldo!

  • Posted 29 Luglio 2016 10:06 0Likes
    by gianca

    Ringrazio Di Centa per il magnifico articolo. Il Gjldo se lo merita tutto

  • Posted 1 Agosto 2016 20:34 0Likes
    by Massimo Quaglia

    Grandissimo Gildo, gran persona ed esempio per tutti i giovani !!! Passione vera!

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