ROBERTO COPETTI: «IL CASTELLO VUOLE RITORNARE PROTAGONISTA»

È un Castello completamente rinnovato quello che Roberto Copetti si avvia a guidare nella stagione che sta per iniziare. Sembrava addirittura che la squadra gemonese non dovesse iscriversi al campionato e invece…

«E invece eccoci qua – dice l’allenatore –, pronti ad affrontare la prossima avventura. In effetti il rischio di non partecipare non è mai esistito. Certo, la situazione non era semplice, ma la passione di dirigenti come il presidente Lessanutti e Loris Gregorutti alla fine ha prevalso anche sulle oggettive difficoltà. È stato proprio grazie a loro che ho accettato un incarico complicato, ma per certi versi stimolante. Ci metterò tutto me stesso in questa specie di missione, vivendola come una sfida personale».

Diciamo che la scorsa stagione sembrava davvero una di quelle che farebbe venire la voglia di mollare… 
«In effetti, sono stati mesi difficili e a volte sono andati a giocare contati o nemmeno in undici. Però, alla fine del torneo, tutti sembravano pronti a darsi da fare per il riscatto. Purtroppo non è andata così e sono andati via quasi tutti, anche quelli che avevano quasi dato la parola per ripartire. Logico quindi che la società si sia trovata spiazzata, con pochi giocatori ed il morale sotto i tacchi. Quando Gregorutti mi ha contattato, però, non ho avuto un attimo di esitazione ad accettare. Alleno vicino casa e con una squadra che deve ripartire da zero. Abbiamo, i giocatori ed io la stessa voglia di riscatto. Per quanto mi riguarda, l’esperienza col Trasaghis dello scorso anno è stata veramente negativa. Ma non parliamone più, ora c’è il Castello».

Un Castello che sarà composto da molti nuovi giocatori.
«La dirigenza si è data da fare soprattutto dal punto di vista della quantità: ci voleva prima di tutto una rosa ampia. Per questo abbiamo pescato nel mondo di amatori e svincolati, anche se qualche giocatore importante è arrivato».

Mister, facciamo qualche nome.
«Il pezzo pregiato è senza dubbio Flavio Basaldella, di ritorno dal Cedarchis. Poi, tre elementi dalla Stella Azzurra: Matteo Candolini, Elvin Saliu e Roberto Sartori. Da Bordano è arrivato Thomas Puglisi, dalla Maianese Alex Durigon, dal Trasaghis Paolo D’Orlando, dalla Viola Davit Di Bez e dal Glemone Luca Rossi. Infine, tre rinforzi dalla Val del Lago: Andrea Madile, Alessandro Marcon ed Enrico Paluzzano».

Una squadra intera, praticamente. Avrai il tuo bel da fare…
«Il primo obiettivo sarà quello di creare il gruppo: con l’aiuto di chi è rimasto cercheremo di integrare i nuovi e di dare un’identità precisa alla squadra. Devono sentirsi parte di un progetto di ricostruzione e dovranno metterci il massimo impegno. Lo stesso che ho garantito io alla società, con la quale ho parlato in maniera chiara e precisa: se vedo che non c’è attaccamento, passione, entusiasmo a quello che stiamo cercando di proporre, mi farò da parte. Voglio gente che abbia voglia di sgobbare in allenamento e che la domenica dia tutto, indipendentemente dal risultato».

A parte la parentesi di Trasaghis, l’ultima tua apparizione nel Carnico è stata con la Nuova Osoppo.
«Quella era una squadra con grandi ambizioni ed infatti è approdata in Prima. A guidarla un presidente da serie A dei dilettanti come Olindo Peretto, uno che sa organizzare le cose fin nei dettagli, che dà molto ed altrettanto pretende. Una bella esperienza, davvero».

Al Castello le ambizioni, almeno per ora, sono diverse.
«Normale che dopo stagioni negative ci sia un po’ di depressione, ma anche qui la dirigenza è davvero ben strutturata e con grandi capacità. Hanno voglia, insomma, di tornare protagonisti. Sto lavorando duro sul campo, perché ho metodi di allenamento abbastanza rigidi. Quei giocatori che sono stati fermi per un periodo fanno fatica, ma recupereranno ed allora potrò vedere quale sarà il ruolo che potremo recitare. Se le cose vanno bene, il prossimo anno ho già la promessa di qualche buon elemento, nell’ottica di un lavoro che va visto in prospettiva».

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