Çurçu e il Carnico, un unico grande amore

Michele Fracas, supertifoso del Cercivento oltre che figlio del sindaco Valter, ha pubblicato sul suo profilo Facebook un lungo post nel quale parla della grande passione per la sua squadra e in generale per il Carnico. Parole che ci piace proporre integralmente.

 

Si aspettava solo l’ufficialità ed è arrivata. Sinceramente me lo aspettavo, troppo difficile garantire la sicurezza, addirittura impossibile secondo me. Io però non capisco (ma non solo adesso) quelli che amano un altro sport e danno contro al calcio e gioiscono ogni volta che al mondo calcistico “succede qualcosa”. Io ho una sola ed unica passione: il calcio. Gli altri sport neanche li guardo, ma non mi sono mai permesso di dare del buffone o dello sfigato a chi segue il basket, piuttosto che la pallavolo, Moto Gp, Formula 1. Chiaro, ad alti livelli è uno sport in cui girano tanti, troppi soldi: ma lo sapete che nei 5 sportivi più pagati al mondo ci sono “solo” 2 giocatori di calcio?

Adesso vorrei parlare di come mi sento dopo aver appreso la notizia che il Carnico non si giocherà, farvi capire cos è per me il calcio, il Carnico.
Io tifo per il Cercivento (e credo si sia capito, soprattutto anche dai tatuaggi che porto sul braccio sinistro), nelle giovanili ho giocato con Mobilieri, Real IC e Villa, in prima squadra con Cercivento (ovviamente) e Ravascletto.

Adesso “milito” nella squadra degli amatori, sempre a Cercivento. Non mi sono mai reputato un fenomeno, anzi, però nonostante il mio modo di giocare, non proprio da protagonista, mi sono sempre impegnato, specialmente nel rispettare chi avevo davanti. Infatti ho conosciuto tanta gent, e penso che la gran parte mi voglia almeno un po’ di bene. Dopo un paio di anni lascio il calcio giocato e mi ha fatto un po male, ma quando ci si prova tante volte con pochi risultati uno si deve “arrendere”.

Adesso mi dedico al tifo e sinceramente mi riesce meglio. Per me tifare il Çurçu è come avere una creatura da difendere a tutti i costi, una creatura così sicura di se, ma anche così fragile. Per me il Cercivento Calcio è come la fidanzata che non tradiró mai, nonostante ogni tanto ci sia qualche litigio. Una vecchia pubblicità della coca cola recitava “ci sono due cose che non si possono cambiare nella vita, la mamma e la squadra del cuore” e questa frase, che cita spesso mio padre, io l’ho presa come vero e proprio stile di vita. Sì, perché difendere i tuoi colori, il tuo paese è uno stile di vita.

Tutto inizia il sabato, quando dopo una settimana di lavoro, finalmente ho un giorno libero, prima della domenica in giro per la Carnia. Immancabilmente penso “ok esco un attimo a farmi un giro, non torno tardi, domani devo essere in forma per la partita”. E chi mi conosce bene, sa come va sempre a finire… La domenica mi sveglio ancora intontito e provo a mangiare qualcosa, che il 90 per cento delle volte rimane nel piatto. Il misto della sera prima, vino, birra e tensione mi fa perdere l’appetito, per la gioia di mia sorella, che prepara ogni giorno il pranzo. Poi la frase di rito della domanica “ceni stasera?” e la risposta dopo anni è sempre no, perché la domenica si cena al campo, in pizzeria o ristorante assieme alla squadra. Poi la partita, i 90 minuti che aspetto da tutta la settimana, per andare al campo, vedere la partita, ma anche stare in compagnia. “Oggi giochiamo contro X”, “Chissà quante birre con Y”, “Oggi c’è il derby, speriamo di vincere se no non si dorme”, “Abbiamo lo scontro salvezza, chissà che festa se rimaniamo in Prima”…

Il Carnico per me è compagnia, tensione, mangiare, bere, ridere, piangere, litigare, prendersi in giro: è fare nuove conoscenze oppure chiudere certi rapporti perché il Çurçu non si tocca, oppure tornare a casa stanco dal lavoro, preparare gli striscioni e provare i fumogeni; arrivare al campo e sentire tutte le storie dei ragazzi, sul loro sabato sera, vedere la tensione negli occhi. Il carnico non è solo calcio, è tutto un misto di cose e a me quest’anno tutte queste cose mancheranno un sacco.

Tanti di voi hanno fatto un “dramma” perché per due mesi e mezzo non hanno visto il proprio partner e io adesso che dovrò aspettare primavera 2021 per rivedere il mio unico, grande amore? Raccontatela a chi volete, ma non a me: il Carnico, non è solo calcio.

MICHELE FRACAS

 

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