Arta e Ravascletto condividono allenamento e passione

di MASSIMO DI CENTA

I giocatori che arrivano uno alla volta, il borsone, cambiarsi a piccoli gruppi: ecco l’immagine di un calcio per certi versi diverso. Lo spogliatoio che prima era una casa comune sembra quasi essere una di quelle cabine a rotazione che ci sono in alcuni stabilimenti balneari. Poi, una volta che tutti sono cambiati ed in divisa ecco che torna a prendere forma quell’immagine del calcio che c’era prima del Covid. Adesso sono lì, che si riscaldano: scatti, allunghi, il “torello”, i portieri da soli e poi… e poi si parte. 

La sequenza raccontata è quella di Arta-Ravascletto, un’amichevole pre stagionale (ma quando parte questa stagione?) che però le regole (giuste) impongono di chiamare allenamento condiviso. Ma la prima cosa ad essere condivisa è la passione per il calcio e in questa sgambata tra rossoblu e biancoverdi in campo scende un’unica squadra: una trentina di ragazzi (tra titolari e riserve, diciamo così) con in testa solo la voglia di giocare. E già questa è una vittoria. Per tutti. Poi si inizia e la ruggine accumulata tra muscoli e tendini è proprio dura da mandar via. Qualche passaggio, anche semplice, sbagliato, qualche corsa ingolfata, qualche movimento all’apparenza un po’ goffo, ma ci sta. Perché questi ragazzi, magari, in 20 mesi avranno anche corso all’aperto, avranno cercato di fare qualcosa, ma il campo pretende gesti tecnici precisi e un’abitudine agonistica nei contrasti persa tra una serata sul divano e una passeggiata in montagna. Insomma, il calcio è sport di contrasto, si movimenti cadenzati al fatto che puoi avere uno di fronte, uno che ti insegue. Quelli più giovani sembrano fare più fatica, forse perché l’esperienza di un Gildo De Toni o un Ivan De Crignis non la compri on line, ma te la fai sul campo. Gildo e Ivan non buttano via una stilla d’energia e quando non ci arrivano col fisico vanno di mestiere. 

La gente. Il chiosco. C’era qualcuno allo “Zuliani”, qualcuno che ha deciso di sfidare una serata non proprio di fine giugno tra temperatura in picchiata e fulmini nel cielo. Ma la voglia di rivedere una partita del Carnico dal vivo è stata più forte anche di una felpa lasciata a casa.

E poi c’eravamo noi che il calcio lo raccontiamo. E anche noi abbiamo fatto fatica: giocatori che una volta riconoscevi dal modo di correre sembravano dopo 20 mesi perfetti sconosciuti. Insomma, anche l’occhio (del cronista) vuole la sua parte. E la sua partita. 

Alla fine, nessuna parlava di quello che era successo sul terreno di gioco, ma tutti a chiedere “si gioca o no quest’anno? E quando si inizia?”. In attesa di comunicazioni ufficiali, noi siamo qua. 

Ah già, il risultato! Per quel che può interessare ha vinto l’Arta 2-1, con reti di Polettini nel primo tempo, il raddoppio per l’autorete di Alessandro Marsilio e il gol di Loris Vezzi nella ripresa.

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