di MASSIMO DI CENTA
Non so quanti riconosceranno quel bambino su un prato verde nell’immagina di copertina. Quel bambino all’epoca aveva un anno, si chiama Flavio Fruch e il prato è quello del campo sportivo di Ovaro. E proprio su quel campo, domenica scorsa, il capitano ha messo a segno una doppietta nella partita vinta dalla sua Ovarese contro il Cercivento. Nulla di strano, penseranno in molti, Flavio è uno che i suoi gol li ha sempre realizzati. Beh, però la seconda rete, realizzata su rigore al 66′, è importante, storica, perché lo porta a 200 gol fatti, tra campionato e coppa, in una carriera che ha preso il via nel 2002 nelle giovanili biancazzurre, poi gli anni dal 2003 al 2007 nel Rigolato per ripartire, dal 2008 a “Spin” di Chialina.
Ma ci sono cose che vanno oltre le 200 reti messe a segno. Dietro c’è soprattutto una grande persona, con i suoi valori, la sua serietà, il suo rispetto per compagni ed avversari e la sua voglia infinita di calcio. Una carriera che lo ha visto protagonista di tre successi in coppa e due in supercoppa, oltre ad un paio di promozioni. Ce n’è abbastanza insomma per poterlo collocare tra i personaggi storici del nostro calcio, anche se la sua bravura avrebbe meritato un albo d’oro più ricco. Ma non ha rimpianti a lui va bene così.
In una giornata così importante ha però un ricordo, un ricordo che diventa rammarico e ce lo dice lui stesso: «Il mio rammarico è quello di non aver potuto giocare con il mio numero 9 preferito. Con lui avevo un rapporto quasi… telepatico, ci capivamo con uno sguardo. Il destino calcistico, purtroppo per lui è stato abbastanza ingiusto, perché era davvero uno fortissimo”. Lui, il suo numero nove preferito, è Manuel Gonano e questo pensiero vale come un gol. Quindi sono 201, Flavio…
(in copertina a sinistra Flavio Fruch a un anno e, a destra, nella foto di Alberto Cella, mentre posiziona la palla sul dischetto del rigore per quello che sarà il suo 200° gol; sotto il video)