Le parole dei protagonisti del week-end

di BRUNO TAVOSANIS

Proponiamo le dichiarazioni di alcuni dei protagonisti dell’ultimo turno di campionato.

MATTEO VERITTI (Real)
«Sabato sono rientrato dopo quasi 2 anni, visto che l’ultima partita giocata era la finale della Coppa Carnia 2021. Il motivo dello stop è stato in primis la rottura del tendine di Achille ad aprile 2022. La riabilitazione e il recupero erano mirati a rientrare prima possibile al lavoro, cioè sulle piste da sci; a ottobre ho quindi ripreso a seguire gli atleti. Da quel momento in poi non ho avuto più tempo per continuare la riabilitazione e quindi mi sono ritrovato a maggio 2023, quando ho iniziato ad allenarmi, totalmente fuori condizione e con un ginocchio che mi ha dato un bel po’ di problemi, senza dimenticare che il tono muscolare della gamba infortunata era totalmente perso. Ho preferito, quindi, visti tutti gli infortuni che ho avuto nel corso degli anni, allenarmi con calma e a parte per ritrovare un po’ di condizione accettabile prima di riprendere gli allenamenti con il gruppo. Da qualche settimana mi sto allenando bene e finalmente sono riuscito a tornare in campo, anche se per ritrovare la condizione migliore ci vorrà ancora molto tempo. Il mio obiettivo resta tornare al top per la prossima stagione. Di certo ritrovare il campo è stato speciale, quasi come il debutto di 17 anni fa. Sabato abbiamo pareggiato, ma non c’è delusione per il risultato, che è stato giusto: reputo la Folgore un’ottima squadra, con belle individualità e un mister, Francesco Moser, che fa bene da sempre. Un po’ di rammarico comunque inevitabilmente c’è, perché dobbiamo imparare a stare più attenti e più concentrati nei primi minuti, cosa peraltro che ci chiede il mister. Non siamo in calo di condizione, posso assicurare che agli allenamenti i giovani vanno a 1000 all’ora e stanno bene. Dobbiamo solo maturare un po’ ed essere più cattivi, agonisticamente parlando. Abbiamo la fortuna di avere un grandissimo mister e una bellissima società. Per quanto riguarda la possibilità di vincere il campionato, l’obiettivo è dare il massimo e non avere rimpianti, poi quello che sarà, sarà. Penso che il futuro sia roseo, perché stiamo lavorando nella giusta direzione e si è formato un bellissimo gruppo, con un giusto mix tra “vecchietti” e giovani».

EMANUELE FERIGO (Velox)
«Il Cedarchis era pericoloso anche perché carico dopo la vittoria di Coppa. Ma carichi lo eravamo anche noi e il risultato è meritato per atteggiamento e voglia di vincere. Fra l’altro mancava Maggio, ma senza nulla togliere al nostro bomber, abbiamo dimostrato che conta soprattutto il collettivo. Per quanto mi riguarda, lavorando a turno e con due bambini non è facile trovare il tempo da dedicare al calcio, ma i 38 anni non li sento proprio. Anzi, mi pare che più invecchio e meglio sto. In ogni caso da capitano dico che è sempre un orgoglio e un piacere essere un esempio per i giovani del paese».

GIANLUIGI FONTANA (Sappada)
«Il risultato è abbastanza giusto, nel senso che mentre noi abbiamo fatto 2 gol con un rigore sacrosanto e con una bellissima azione fatta di triangolazioni, il Cercivento ne ha fatto uno su doppio liscio nostro e l’altro grazie a una leggerezza di 3-4 giocatori. Comunque se hanno il doppio dei nostri punti qualcosa vuol dire e faccio loro un “in bocca al lupo” per il proseguo della stagione. Nella prima parte di campionato speravamo di far girare un po’ le cose e puntare a posizioni importanti. Adesso siamo più consapevoli che dobbiamo lottare per la salvezza, del resto lo dimostra la classifica. Dopo gli anni all’Ardita ho deciso di tornare a Sappada, scelta che probabilmente rifarei, anche se avrei voluto dare molto di più. Infatti per vari motivi al momento non ho dato l’apporto che avrei voluto dare. Perché gioco sempre con una maglia senza numero? Perché le mute nuove hanno solo taglie M e L, troppo piccole per me… Di conseguenza ho dovuto cucirne due assieme, senza numero appunto. Vedrò di metterne uno, magari il 7, il mio numero da 15 anni».

ALESSIO DI CENTA (Ravascletto)
«Il successo sul Paluzza è stato un buon passo avanti per la salvezza, ma la Seconda è sempre complicata, non bisogna mai abbassare la guardia, anche perché il campionato è molto lungo. Ho segnato una doppietta alla squadra del mio paese: la sensazione più bella, unica nel nostro mondo, è che ti trovi ad affrontare persone e amici, anche d’infanzia, che magari vedi ogni giorno, sapendo che in campo si provano le stesse emozioni pur con una maglia diversa. Ad inizio stagione pensavo che avremmo fatto più fatica non tanto come risultati ma per il ricambio, essendoci persone di età molto diverse e, mancando il settore giovanile, alcuni ragazzi non del posto. L’amalgama del gruppo poteva risultare complicato, invece non è andata così: c’è un’energia nuova, anche per merito di chi c’è stato negli anni scorsi. A volte bisogna semplicemente avere nuove motivazioni. Personalmente sono abbastanza soddisfatto: gioco in un nuovo ruolo e mi piace mettermi a disposizione del gruppo, perché assieme si possono superare le difficoltà».

(nella foto Matteo Veritti)

 

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