Maurizio Talotti racconta la sua Stella Azzurra

di MASSIMO DI CENTA

È al lavoro dal 9 marzo la Stella Azzurra di Maurizio Talotti. Toccherà a lui guidare la squadra gemonese, che ritrova la Prima Categoria dopo oltre vent’anni. Un Talotti motivato e anche in cerca di qualche rivincita quello che sta preparando la nuova stagione.
«Dopo l’esperienza con i Mobilieri – conferma il tecnico – avevo voglia di ripartire con nuovi stimoli e nuove sfide. Ho avuto contatti con diverse società, ma alla fine ho optato per la Stella Azzurra. Una scelta dettata soprattutto dall’ottima impressione che ho avuto sin dall’inizio con il ds Sergio Patat ed il presidente Denis Urbani, che sono stati subito chiari circa società, squadra, organizzazione ed obiettivi. Inoltre, apprezzo l’impegno nel settore giovanile che è davvero di prim’ordine e completo in tutte le categorie. A tutto questo bisogna aggiungere la vicinanza al mio luogo di residenza ed il fascino della Prima Categoria del Carnico».

Tornando all’esperienza di Sutrio, cosa ti è rimasto?
«A dire il vero mi ha lasciato l’amaro in bocca: bella sotto il profilo della crescita di molti giovani e giovanissimi calciatori ed in parte anche determinanti per alcune partite. Bella per aver conosciuto e allenato giocatori come Davide Di Vora e Nicola Candussio, per i quali conservo una grande stima e per l’aver conosciuto un personaggio di grande spessore e competenza come Davide Barlocco, con il quale ho condiviso molte idee e del quale ho un’alta considerazione. Deludente invece per come si è conclusa con la dirigenza».

Soddisfatto della rosa a tua disposizione?
«La società a mio parere si è mossa bene sul mercato, innanzitutto confermando quasi in toto la rosa che ha vinto consecutivamente due campionati, e non è cosa da poco, completandola poi con gli arrivi di Mattia Pontelli, difensore classe 2002 dall’Arteniese; Nicholas Zanetti, difensore del 2000 dal Val Resia; Thomas Di Bernardo, centrocampista classe 2002 dall’Illegiana; Anis Saliu,  attaccante del 1999 proveniente dalla squadra di amatori Fortezzaland di Osoppo; Brian Tiberi, attaccante con passati a Gemona e Artegna. Si aggiungono inoltre due nomi di indiscusso valore e che non hanno bisogno di presentazione: Daniel Melchior, l’anno scorso ad Illegio,ed il ritorno al calcio giocato di Denis Gressani, che porterà la sua esperienza al servizio di tutta la squadra».

Obiettivi?
«Spero che l’entusiasmo di queste due belle promozioni, la compattezza di squadra ed un gruppo unito, forte e ben amalgamato siano i presupposti per ambire alla salvezza. Quest’anno, a mio parere, sarà una Prima dura e più difficile rispetto al passato, perché non vedo squadre materasso. Tutte le squadre si sono rafforzate con innesti di qualità. Credo ci sarà una bella lotta per non retrocedere e naturalmente fra queste squadre metto anche la mia. Poi come al solito sarà il campo l’unico giudice».

Uno sguardo in generale alla categoria?
«Per quanto riguarda il primato, penso che il Cavazzo sia ancora il favorito, anche se secondo me il gap si è ridotto, con due o tre squadre pronte ad approfittare di eventuali passi falsi».

Un’occhiata alla Coppa?
«È una competizione molto sentita e onestamente la formula adottata dall’anno scorso mi piace di più. Penso che ogni società abbia l’ambizione di andare avanti il più possibile, magari fino in finale e non vedo perché anche noi non possiamo ambire a questo. Sperare di festeggiare i sessanta anni della fondazione della società con la salvezza in Campionato e finire la Coppa il più tardi possibile sarebbe una gioia immensa».

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