Il Cercivento si butta via

CERCIVENTO-AMARO

GOL: pt 13’ Devid Morassi; st 10’ e 16’ Devid Morassi, 28’ Fior, 40’ Zanella (rig.), 49’ Edi Mainradis.
CERCIVENTO: Simone Morassi, Cemin, De Toni (41’ st Morocutti), Accaino, Giangiacomo, Canton (35’ st Tremonti), Alpini, Del Frari, Loris Vezzi, Devid Morassi, Nodale. A disposizione: Cargnelutti, Bifulco, Coloni, Emanuele Cucchiaro, Radwan, Marc Vezzi. All. Fabio Nait.
AMARO: Argenta, Zanella, Valle (33’ pt Petito), Terroni, Marco Mainardis, Edi Mainardis, Cappelletti, Albano (25’ st Fadi), Giovanni Dell’Angelo, Fior, Franco (6’ st Monopoli). A disposizione: Simeoni, Tessitori. All. Massimo Pittoni.
Arbitro: Fachin di Tolmezzo.
Note: ammoniti Canton, Devid Morassi e Monopoli. Angoli 6 a 4 per il Cercivento. Recupero 4’ + 7’.

di MASSIMO DI CENTA

CERCIVENTO Mamma mia che partita! Cercivento e Amaro aprono il loro campionato con 97 minuti di corse, rincorse, colpi di scena, qualche strafalcione e gol come se piovesse. Alla fine ne viene fuori un pareggio con quelli del Cercivento che si mangeranno le mani, visto che a poco più di un quarto d’ora dal termine i granata erano avanti di tre gol. L’Amaro invece accoglie questo pareggio come una specie di vittoria: la squadra di Pittoni arriva al “Morassi” con almeno sei assenze pesanti, mica poco. È regolarmente tra i pali, però, il portiere Argenta che alla fine della scorsa stagione aveva rimediato cinque giornate di squalifica. Posizione irregolare? No, perché il giocatore era tornato alla Gemonese a fine prestito e le sue cinque giornate le ha scontate in maglia giallorossa, prima di tornare nel Carnico. La partita, come detto, è stata un vulcano di situazioni. Eh sì che era iniziata in modalità slow, prima che Devid Morassi trovasse la prima delle sue tre reti a ridosso del quarto d’ora. Un filtrante da metà campo lo liberava (in posizione che dalla tribuna è parsa sospetta) oltre la linea difensiva biancazzurra e lui una volta in area ha esploso il tiro del vantaggio. L’Amaro impiegava qualche minuto prima di provare una reazione che portava prima a due calci di punizione dal limite murati dalla barriera, poi a un traversone di Valle che Giovanni Dell’Angelo non riusciva a colpire di testa a un metro dalla porta sul secondo palo e infine con uno spunto di Fior che va via bene sulla sinistra prima di vedersi respingere da Canton l’assist che avrebbe liberato lo stesso Dell’Angelo davanti a Simone Morassi. Verso la fine di frazione si rivede il Çurçu, con Alpini che dal limite indirizza verso la porta: la palla si abbassa improvvisamente e Argenta è bravo ad inarcarsi per mettere in angolo. Il secondo tempo si apre col raddoppio dei padroni di casa al 10’: traversone da destra, Edi Mainardis manca il colpo di testa, il pallone sbatte addosso a Petito alle sue spalle e finisce tra i piedi di Devid Morassi che non si fa pregare per mettere in porta. Passano 6’ e Devid Morassi cala il suo tris: Giangiacomo dalle retrovia pesca Loris Vezzi sull’out di destra. Fuga e traversone per la testa del capitano e palla in rete. Sotto di tre gol, Pittoni ordina a Edi Mainardis di andare a fare la punta centrale e questa decisione si rivelerà un’intuizione se non vincente, almeno… pareggiante, perché il capitano dell’Amaro metterà lo zampino in tutte e tre le reti dei suoi. Come? Andiamo a vedere: al 28’ soffia la palla a Giangiacomo all’interno dell’area di rigore del Cercivento e la offre a Fior che impallina Simone Morassi con un tiro da centro area. Al 40’ si guadagna un rigore (che è parso però molto più che generoso) per un contrasto con De Toni. Infine, al 49’ si incarica di realizzare di persona il gol del pareggio, come un… Acerbi qualsiasi: lancio lungo di Fadi, il pallone arriva in area, c’è una specie di carambola e lui mette dentro da attaccante puro! Tutto finito? Macché! Nell’ultimo dei 7’ di recupero, un lungo lancio da centrocampo raggiunge Devid Morassi all’interno dell’area di rigore amariana, contatto con Argenta col pallone che rimane lì, Morassi calcia subito verso la porta: traversa piena! È l’ultima di dieci, cento, mille emozioni, prima del fischio finale di un non sempre preciso Fachin.

(foto di Alberto Cella)

 

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