di MASSIMO DI CENTA
C’era anche un po’ di Carnico sabato scorsa a Roma, dove presso l’Holiday Inn Rome Eur Parco Dei Medici si è tenuta la cerimonia 2025 delle Benemerenze LND-SGS, i premi per club e dirigenti di lunga militanza del calcio di base. Alla presenza del presidente della FIGC Gabriele Gravina, del presidente della Lega Dilettanti Giancarlo Abete e del presidente del Settore Giovanile e Scolastico Vito Tisci, sono state consegnate complessivamente 232 onorificenze. Tra queste, 22 sono state riservate a dirigenti di società con 20 e più anni di militanza e una ha riguardato Luciano Candoni, da 40 nei quadri dirigenziali e tecnici del Cedarchis.
Una presenza lunga e preziosa quella del “Petisso”all’interno del sodalizio giallorosso, nel quale ha fatto veramente di tutto. Memorabile, ad esempio, lo scudetto del 2013, con lui sulla panchina giallorossa, affidatagli dopo due giornate di campionato nelle quali la squadra era stata guidata da Fornasarig. Una scelta che all’epoca si rivelò abbastanza sorprendente: com’è possibile, ci si chiedeva, esonerare un allenatore dopo solo 180 minuti? Evidentemente, il tecnico friulano non era riuscito a trasmettere e a recepire quel senso di appartenenza e quella “cedarchinità” che per Candoni, invece, era semplicemente naturale. Il lungo testa a testa col Villa guidato da Fausto Barburini si decise all’ultima giornata e nell’immagine del “Petisso” che alla fine dell’ultima partita dell’ultima giornata piange, da solo, in panchina, c’è tutto quello che lui ha dato al “Ceda” in questi 40 anni.
(nella foto Candoni con Gravina)