di MASSIMO DI CENTA
Il difficile momento che sta attraversando il Tarvisio era sicuramente stato messo in preventivo dalla società dopo il rivoluzionamento societario e tecnico cui è andato incontro il club alla fine della scorsa stagione. Di fronte alla perdita di quasi tutta l’intera rosa, la dirigenza ha avviato un progetto che, all’inizio, chiaramente, deve fare i conti con numeri impietosi: 3 partite (e altrettante sconfitte) in Coppa, con un gol fatto e 18 subiti, e quattro partite in campionato, senza neanche un punto e 2 reti all’attivo contro le 21 al passivo. Per cercare di capire quali siano gli umori dell’ambiente abbiamo sentito il segretario Luciano Princi, personaggio storico del calcio tarvisiano, uno dentro da anni, insomma, alle vicende del sodalizio.
«È chiaro – ci dice – che ce lo aspettassimo un inizio così pieno di difficoltà. Del resto, a parte un ragazzo del 1999 e uno del 2000, stiamo affrontando la stagione con una rosa composta interamente da giovani dal 2004 al 2008. Ragazzi che facevano parte del settore giovanile, quasi tutti che non hanno mai avuto neanche la possibilità di giocare in prima squadra o addirittura sono stati fermi per alcuni anni».
Ragazzi che però hanno accettato di vivere questa avventura, vero?
«Il fatto di poter giocare con continuità è stata la molla che li ha mossi. È evidente che manchi soprattutto l’esperienza e lo si è visto in queste partite da alcuni gol che abbiamo preso. I ragazzi erano consapevoli di queste difficoltà, ripeto, ma al momento non hanno alcuna intenzione di mollare. Noi dirigenti cerchiamo di garantire una presenza sempre puntuale, sia alle sedute di allenamento che nei giorni delle partite. Ci vedono pienamente coinvolti e quindi sanno che ci aspettiamo molto da loro, quanto meno in termini di impegno e attaccamento alla società».
A proposito di società, come sta vivendo questo periodo?
«Devo dire che c’è molta intesa tra dirigenti e tecnici e c’è un lavoro in sinergia tra tutte le categorie, dal settore giovanile alla prima squadra. Il passaggio chiave per tutti noi è stata la riorganizzazione del settore giovanile e tutti hanno capito che quella era la strada da percorrere: Stefano Del Torre (allenatore della prima squadra) si rapporta continuamente con i suoi collaboratori e quelli delle giovanili. Con Michele Gregorutti, Dario De Martin e Giulio Princi hanno creato una bella rete».
L’entusiasmo non manca, ci pare di capire, confermi?
«Abbiamo riscoperto il gusto di stare insieme, passiamo tanto tempo al campo e spesso si fermano anche i giocatori coi quali facciamo dei lunghi confronti. Del Torre ha sempre allenato i ragazzi e molti di questi li ha visti crescere, per cui il rapporto va avanti da anni».
E se arrivasse la retrocessione?
«Non sarebbe un dramma, posso assicurarlo. Noi siamo partiti con l’idea di crescere e sono convinto che piano piano questo lavoro darà i suoi frutti. Anzi, dirò di più: sono convinto che nel girone di ritorno potremmo toglierci anche qualche soddisfazione. Se poi dovessimo retrocedere, ripeto, non sarà una tragedia. Negli ultimi 20 anni il Tarvisio è stato spesso in Seconda o in Terza, quindi sapremo risalire, come abbiamo fatto nel tempo. L’importante è creare un gruppo coi ragazzi del paese per garantire una certa continuità. Al momento non ci sono motivi per pensare ad uno sfaldamento, nonostante le tante sconfitte».