La Velox cala il poker a Pesariis e scappa via

ANCORA-VELOX 0-4

GOL: pt 4′ e 7′ Zanin, 23′ Josef Dereani; st 18′ Maggio (rig.).
ANCORA: Gregoratto, Rotter (40’ st D’Agaro), Kokalla, Gorenszach, Matiz (40’ st Martin), Ariis (10’ st Polonia), Lorenzo Cimador, Simone Bearzi (30’ st Agostinis), D’Ampolo, Gianluca Romano (25’ st 31’ Hoxhallari), Alex Capellari (25’ st Arca). A disposizione: Nicola Capellari, Carli, Rupil. All. Franco Romano.
VELOX: Alessio Dereani, Alex Del Negro (35’ st Rosean), Steve Di Gleria, Davide Del Negro, Stefano Dereani, Saccomano, Alessio Brovedan (40’ st Tarussio), Zozzoli (19’ st Mereu), Josef Dereani (40’ st Foti), Zanin (30’ st Gardelli), Maggio (22’ st Emanuele Ferigo). A disposizione: Del Linz, Revelant. All. Francesco Moser.
Arbitro: Alba Goi di Tolmezzo.
Note: ammonito Gianluca Romano. Angoli 2 a 1 per la Velox. Recupero: 0’ + 4’.

di MASSIMO DI CENTA

PESARIIS “E se ne va, la capolista se ne va” cantavano a fine gara i sostenitori della Velox, dopo che loro squadra, battendo senza nessun affanno l’Ancora, porta a più quattro il distacco sulla seconda e a più nove quello sulla quarta, come a dire che difficilmente il traguardo promozione sarà fallito. Ed è giusto così, perché i gialloblu hanno dato l’ennesima dimostrazione di forza e compattezza, schiantando un’ Ancora che ha totalmente sbagliato l’approccio al match e si è fatta male con le proprie mani in occasione delle prime due reti subite nel giro di appena 3’ all’alba del confronto.
Come sempre succede in questi casi, è difficile stabilire il confine tra i meriti di chi vince e i demeriti di chi perde, perché se da una parte è vero che la squadra di casa ha giocato una delle peggiori partite stagionali, dall’altra gli ospiti hanno evidenziato tante, tantissime cose buone, sia a livello individuale che a livello corale. Le solite squadre di Moser, con i meccanismi precisi di un orologio e dimostrarlo quassù, nel paese dove gli orologi hanno una storia, beh, è quasi un segno del destino. In conclusione, la Velox ha vinto perché è più forte e in alcune fasi della partita è sembrato che le due formazioni giocassero in categorie diverse.
Squadre che presentano qualche assenza: l’Ancora deve rinunciare a Straulino, Rottaro ed Emanuele Bearzi (tre che avrebbero fatto un gran comodo a Franco Romano), mentre nella Velox, con tutto il rispetto per loro, le defezioni di Daniele Matiz e Cristian Ferigo davvero non si avvertono.
In una partita che già si prevedeva difficile per loro, i biancazzurri iniziano nel peggiore dei modi, regalando, di fatto, i primi due gol agli avversari nel giro di 3’: prima è Ariis (al 4’) che di testa appoggia senza forza una pallone a Gregoratto , con Zanin che s’inserisce e beffa il portiere avversario con un pallonetto delicato ma mortifero. Poi, lo stesso Gragoratto (minuto 7) rinvia un pallone in modo sbilenco, i compagni di reparto non lo aiutando di certo e Zanin, liberato sul lato destro dell’area colpisce ancora con un diagonale di precisione chirurgica.
Manca ancora una vita alla fine della gara, ma la sensazione è che l’uno-due sia una sentenza senza appello. La reazione dell’Ancora è davvero inesistente e così la Velox amministra senza patemi, girando palla con proprietà di palleggio e occupazione degli spazi, senza disdegnare però di verticalizzare quando si presenta l’occasione, come al 23’ quando Brovedan (ma quanto è forte ‘sto ragazzo!) va via sula sinistra e mette nel mezzo per Josef Dereani, il cui piatto destro sotto misura fa secco ancora una volta l’incolpevole Gregoratto.
Nel secondo tempo, la musica non cambia perché l’Ancora sembra quasi voler limitare i danni piuttosto che cercare la rete che potrebbe riaprire la contesa. Il palo di Maggio, in apertura di frazione, sembra quasi un avvertimento di quella che potrebbe diventare un’imbarcata. Si prosegue a ritmi piuttosto blandi (anche perché i quasi trenta gradi non aiutano) senza sussulti particolari. L’Ancora fa una fatica enorme non a creare occasioni, ma proprio ad avvicinare l’area avversaria, mentre gli ospiti, quando provano ad attaccare con decisione, danno sempre la sensazione di poter far male. Il quarto gol arriva al 18’ ed è un rigore che Maggio trasforma con freddezza, anche se sulla sua concessione resta qualche dubbio, visto che il fallo di mano del difensore pesarino, almeno dalla tribuna, sembra più fuori che dentro l’area. Nei restanti minuti solo la voglia di finire il prima possibile sotto la doccia che immaginiamo, per tutti, ancora meno che tiepida, visto che il caldo non diminuisce neanche quando il sole cala.

 

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