Parte da lontano la risalita in Seconda del Castello

di MASSIMO DI CENTA

Adesso che la promozione in Seconda è arrivata, sembra essere stato tutto facile, ma in realtà il percorso è stato tortuoso e nient’affatto semplice.
Partiamo da novembre, con la conferma che Claudio Carnelutti non sarebbe stato più l’allenatore e con lui ha lasciato anche il ds Gregorutti. Rosanero che quindi si sono ritrovati senza allenatore, senza direttore sportivo e anche con tanti giocatori partiti per altre squadre (Zekiri, Rossini, Spizzo, Persello) o lasciato il calcio (vedi Marchetti e Serafini).
Nel ruolo di direttore sportivo si propose Luca Floreani, alla prima vera esperienza nel ruolo, e il suo primo “colpo” non è stata roba da poco. Floreani si mise subito in moto per ricercare il profilo giusto per la panchina e alla fine riuscì a convincere il presidente Lessanutti ad andare forte su Gianluca Mascia. Lui era ancora molto legato al Tarvisio, quindi non fu in grado di dare subito una risposta, che invece arrivò, sotto forma di sì, a dicembre. L’attesa, naturalmente, comportò un rallentamento per quanto riguarda la campagna acquisti, perché nonostante il gran lavoro di Floreani non è stato facile cercare giocatori dopo una retrocessione, un ambiente “particolare” e un mister che lascia dopo 17 anni.
Una volta arrivata la conferma da parte di Mascia tutto si è messo in moto. Anche in questa situazione non è stato semplice mettere d’accordo il “professionismo” del tecnico tarvisiano (con trascorsi nel calcio regionale) con lo spirito dilettantistico dei giocatori del Carnico. A tal proposito, emblematica la storia di Antonio Zuliani che nonostante l’età e diversi problemi al ginocchio, con Mascia si è rimesso in gioco e alla fine è il primo giocatore ad aver vinto tutte le tre coppe del Carnico.
E saltiamo a marzo: a metà mese inizia la preparazione, 6 settimane con diverse amichevoli con squadre di livello superiore per conoscere la squadra (dei titolari dello scorso anno sono rimasti praticamente solo Plos, Tondolo e il capitano Focan) ma tra l’ultima amichevole e una partita di amatori si infortunano sia il centrale di difesa Tonino che il mediano e vice capitano Pauluzzo. Sempre tra le ultime amichevoli e le prime di coppa si sono fermati per infortunio anche Madrassi, Focan e Matteo Mascia, e insieme al lavoro importante fatto in preparazione  si possono spiegare i risultati del primo periodo. Viste le difficoltà come numeri, soprattutto in difesa (Bertossi, unico presente dal giorno zero del Castello, ha coperto i buchi nel frattempo), Mascia ha chiesto al tarvisiano De Luca di andare a dare una mano e finché la protesi al ginocchio ha retto è stato molto importante in coppia con Focan nel reparto arretrato.
Dopo aver provato alcuni moduli diversi, Mascia trova un discreto equilibrio con un 4-3 -1-2 che prevede davanti a Davide Mascia Madrassi, De Luca, Focan, Tondolo; nel mezzo Di Bernardo, Colleselli e Zuliani, con Plos dietro le punte Matteo Mascia e Melchior.
Nel nuovo ruolo Plos fa molto bene e oltre a Davide e Matteo Mascia, si rivelano importanti anche Madrassi, Di Bernardo, Colleselli (impatto devastante, il migliore della stagione), Fabbro (non sempre titolare, ma quando subentra è una sentenza) e Melchior, che però a luglio ha ricevuto la chiamata per andare ad allenare il Riviera, accettando la richiesta.
A luglio Floreani, con il benestare della società torna sul mercato e i nuovi innesti si riveleranno fondamentali : Simaz centrale di difesa, Toppazzini in mezzo (uno che se si rimette in forma dopo il lungo infortunio alla caviglia dello scorso anno è nettamente di qualità superiore) e poi, nell’ultimo giorno utile prima della chiusura della finestra estiva di mercato, Andrea Picco (che è arrivato dal Bordano con una carica incredibile e ha portato tanta esperienza in campo) e Valentino Rossi, giocatore totale. Mascia quindi ha potuto portare ancora ritocchi decisivi alla sua formazione. Cambiano alcuni interpreti, ma lo schema resta sempre il 4-3-1-2, con Madrassi, Simaz, Focan e Tondolo davanti a Davide Mascia; Di Bernardo, Picco e Colleselli a centrocampo e Plos qualche metro dietro Matteo Mascia e Rossi.
Da non dimenticare il contributo offerto da chi ha giocato meno (causa anche qualche infortunio) ma si è sempre fatto trovare pronto, come Crapiz, Crozzolo, Mazzei, Megdiu e Alberganti.
La finale di Coppa di categoria, disputata al “Simonetti”, oltre ad essere un altro prestigioso successo ha confermato gli ottimi rapporti del Castello con la Gemonese, sempre pronta a mettere a disposizione le proprie strutture per allenamenti e partite, in caso di necessità.
I dirigenti non sono tantissimi, ma quelli che ci sono lavorano per due: la vice presidente Clara Lessanutti, il veterano, segretario di lungo corso Cum e la new entry tra i consiglieri di Pascottini. Una menzione particolare meritano Mirko e Claudio Carnelutti, che a causa di motivi personali non hanno potuto essere sempre presenti al campo ma sono stati sempre vicino alla squadra con la passione e il cuore che li ha portati a fondare questa società e a mantenerla viva per tutti questi anni.
Al vertice il presidente Giorgio Lessanutti, che non ha mai fatto mancare niente alla squadra, alla quale è sempre stato molto vicino (particolare questo apprezzatissimo dal gruppo dei tarvisiani) e che ha avuto il grande merito di fidarsi dei suoi collaboratori, senza interferire nelle scelte tecniche che ha lasciato a chi di competenza, ad iniziare proprio da Luca Floreani, che per intuizioni e capacità di sapersi muovere nell’ambiente è avviato ad una straordinaria carriera dirigenziale.
È stata insomma la vittoria del gruppo, quell’unione di intenti che probabilmente è mancata lo scorso anno e che è costata la retrocessione ai rosanero.

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