Riceviamo da Igor Muner della Moggese e pubblichiamo.
Scrivo la presente lettera di scuse per quanto accaduto in data 18 ottobre in occasione della partita Val Resia-Moggese. Il comportamento da me tenuto al termine della partita, in particolar modo relativamente all’esultanza manifestata in seguito al calcio di rigore, è da considerarsi assolutamente antisportivo nonché irrispettoso nei confronti degli avversari, della tifoseria e delle due intere Società a cui ho preso parte nel corso degli ultimi campionati.
Con questo comunicato è mia intenzione non solo scusarmi, ma anche circostanziare l’episodio per spiegare le motivazioni che mi hanno portato ad agire in maniera così istintiva e poco ragionevole.
Fin dall’ingresso in campo, infatti, ho potuto sentire pesanti e gratuite offese da parte di alcuni sostenitori del Val Resia rivolte non solo a me, ma anche alla mia intera famiglia; consapevole che nel passaggio da una squadra all’altra, soprattutto se rivali, certe dinamiche si possano venire creare, e a cui io in primis ho partecipato, il limite raggiunto in tale occasione è stato davvero superato.
In questo clima di tensione, come dicevo, ho reagito istintivamente e a distanza di qualche giorno posso affermare di non andarne fiero.
In primo luogo non sono stato per niente un buon esempio per mio figlio di 7 anni che ha assistito al mio gesto e che ancora oggi mi chiede perché delle persone dicevano cose brutte alla sua nonna e al suo papà. Probabilmente, a posteriori, credo di aver perso una buona occasione per insegnargli che in certi casi è meglio essere superiori.
In seconda battuta mi scuso quindi con tutti gli altri bambini presenti, le loro mamme, i loro papà e la tifoseria sana per aver contribuito a dare un’immagine poco positiva a un’attività in cui dovrebbero prevalere il divertimento e una sana competizione.
Mi scuso con miei compagni di squadra – molti più giovani di me e per i quali posso essere stato un cattivo esempio -, con il mio allenatore e tutta la Società della Moggese, che promuove valori quali lealtà e rispetto verso gli altri.
Ci tengo inoltre a porgere le mie scuse anche agli avversari del Val Resia, all’allenatore, all’accompagnatore e all’intera Società di cui sono stato membro in passato. Nella mia vita da calciatore ho fatto esperienza di perdere una partita e veder retrocedere la mia squadra; in un’altra situazione non mi sarei dunque mai permesso di eccedere con un’esultanza simile, comprendendo la rabbia e lo sconforto che si possono provare a riguardo.
Pur non negando di essere ancora scosso dall’accaduto e di non essere riuscito a comprendere e a digerire i gravi insulti ricevuti dal mio ingresso in campo, concludo augurandomi che questo mio primo passo possa essere un’occasione di riflessione per tutti.
IGOR MUNER