di MASSIMO DI CENTA
Non solo in sede di mercato, ma anche per quanto riguarda l’assetto societario è un Cercivento in piena attività quello che sta preparando il 2026.
Manca ancora la ratifica ufficiale (che si avrà dopo le elezioni nei prossimi giorni), ma si può già dire che Massimiliano Martina sarà il nuovo presidente del sodalizio granata.
E così, dopo averlo chiamato Max quando giocava, mister quando allenava, da ora in poi lo chiameremo, appunto, presidente. A lui abbiamo chiesto il perché di questa scelta: «Semplicemente perché è una società alla quale sono molto legato – risponde –. Sono originario di Cercivento e sento forte il valore di questa origine».
Che ambiente pensi di trovare?
«Certamente dal punto di vista dei risultati ci sarà un pizzico di delusione. La promozione, negli ultimi anni, è sfuggita a volte per semplici dettagli e quindi mi sembra normale aspettarmi una reazione. Per quanto riguarda invece la parte societaria, tanto di cappello a chi mi ha preceduto: Fabiola De Martino ha fatto le cose per bene dal punto di vista amministrativo e trovo una situazione finanziaria assolutamente a posto. E con tutti i problemi e gli obblighi che ci sono negli ultimi anni, non è affatto semplice».
Quali ritieni siano stati i motivi per cui la scelta per la massima carica sia ricaduta su di te?
«Per due motivi precisi, credo: il fatto che sono un uomo di calcio e che, come ho detto, sono attaccato a questi colori».
Che programmi hai?
«Beh, sicuramente ci sarà ancora da lavorare in sede di mercato, fermo restando che i giocatori che abbiamo sono forti e di grande personalità. Ma chi decide di vestire questa maglia dovrà rispettare tre regole: attaccamento al gruppo, passione e una forte identità paesana. Queste sono le cose che pretenderò prima di tutto».
A livello di aspettative cosa ci dici?
«Penso di essere realista, ma ambizioso allo stesso tempo. Nel calcio non c’è niente di scontato, per cui chiederò ai giocatori il massimo impegno. Obiettivo? Cercare di non andare in Terza e, soprattutto, provare ad andare in Prima».