di BRUNO TAVOSANIS
Dopo oltre 200 gol tra campionato e coppa, si chiude la carriera di Gianluigi Fontana, trentacinquenne di Sappada che ha legato il suo nome alla squadra del paese e all’Ardita.
Attaccante possente, difficile da fermare quando andava via di forza o si faceva spazio in area di rigore, Fontana ha segnato il numero massimo di reti nel 2009, quando raggiunse quota 20 nell’anno della promozione del Sappada dalla Terza alla Seconda, preceduto nella classifica marcatori solo da Massimo Piussi del Val Fella.
Clamorosa la sua costanza realizzativa: 12 campionati consecutivi in doppia cifra, dal 2009 al 2022 (in quest’ultima stagione realizzò 16 gol con l’Ardita). L’ultimo squillo resterà quello realizzato il 6 agosto 2023 in Sappada-Lauco 3-0, fra l’altro un gran gol in mezza rovesciata. Il suo palmares inevitabilmente non è molto ricco, comprendendo promozioni dalla Terza alla Seconda e, trofeo al quale tiene molto, il titolo Allievi conquistato con la maglia del San Pietro, che schierava per l’occasione anche i ragazzi del Rigolato, dell’Ardita e del Sappada.
La scelta di lasciare il calcio giocato è stata ufficializzata ora, anche se in realtà la decisione era già stata presa a maggio: «Mi sarebbe piaciuto fare un addio sul campo, magari giocando qualche minuto a fine stagione, ma per una serie di circostanze non è stato possibile», spiega Fontana, che di fatto non disputa una partita ufficiale da due anni.
«Avevo deciso di prendermi una pausa nel 2024, visto che era nata la bambina e la schiena mi tormentava, senza dimenticare l’impegno con l’albergo di famiglia – racconta -. Lo scorso maggio l’allenatore Diego Quinz mi ha chiesto di venire a fare un allenamento. Ebbene, quelle due ore hanno comportato 15 giorni di problemi alla schiena. A quel punto ho capito che dovevo mollare. Gioco senza problemi a tennis e golf, ma evidentemente con il calcio è diverso».
Tempo, quindi, di guardarsi indietro e rivivere un’avventura iniziata nel 2006: «Mi ritengo fortunato, perché sono riuscito a fare una discreta carriera da calciatore del Carnico pur non essendomi praticamente mai allenato, essendo un cuoco stagionale, e con il mio fisico non è una cosa banale – afferma Fontana -. Non ho nemmeno avuto infortuni particolarmente gravi, se non nella prima stagione con l’Ardita».
Non sono mancate negli anni richieste da altre squadre: «In passato mi hanno cercato Folgore, Verzegnis e Stella Azzurra – conferma -. Erano proposte stimolanti, ma a tutti però rispondevo spiegando la situazione lavorativa, che non mi avrebbe permesso di allenarmi, aggiungendo anche che alla domenica non ci potevo sempre essere. È vero, non ho vinto molto, ma non ho rimpianti: ho giocato per la squadra del mio paese e per quella di origine di mia madre, essendo lei di Sigilletto, perciò va benissimo così, anche perché ho comunque costruito tanti rapporti anche al di fuori di queste due società, oltre ad alcuni molti stretti con gli ex compagni, primo tra tutti “Pisu” Carrera».
I ricordi più belli si suddividono tra settore giovanile e prima squadra: «Il titolo Allievi resta davvero un’impresa; praticamente non ci conoscevamo, venendo da quattro realtà diverse, tanto che in campo chiamavo tutti “biondo” – sorride Fontana -. Eppure abbiamo vinto. Una grande soddisfazione è stato anche il successo, dopo tantissimi anni, della Rappresentativa di Tolmezzo contro Udine: giocammo a Majano e vincemmo 1-0 con una mia rete, segnata con la fascia da capitano al braccio. Mi torna in mente anche la doppietta realizzata in Sappada-Audax 3-2 del 2009, decisiva per la promozione in Seconda Categoria, e la tripletta del 2017 nello spareggio Ardita-Stella Azzurra per stabilire la vincitrice della Terza, conclusa 5-4 per noi dopo i supplementari»
Chiusura d’obbligo con i ringraziamenti: «Innanzitutto alle società Sappada e Ardita per avermi dato la possibilità di giocare e trascorrere tanti bei momenti. Sappada è casa mia, ma sono stato bene anche a Forni Avoltri, perché mi hanno accolto come uno di loro, concedendomi anche l’onore di designarmi capitano. Un grazie va anche a tutti i miei allenatori, a partire dal compianto Ezio Casanova che mi fece esordire sedicenne in prima squadra, perché non è facile dare una maglia da titolare a chi fa pochissimi allenamenti, visto che può provocare qualche mugugno nel gruppo. Spero di essere riuscito a ricambiare la loro fiducia».
Fontana per ora si limiterà a fare il tifoso di Sappada e Ardita: «Un altro ruolo nel calcio? Non lo so, in futuro potrei dare una mano come dirigente, ma resta sempre il problema del lavoro. Vedremo», conclude.
(in copertina Gianluigi Fontana ventunenne e nell’ultima stagione agonistica, nel 2023)