Marco Baracetti e la Moggese: «Non vedo l’ora di incominciare»

di MASSIMO DI CENTA

Marco Baracetti, 49 anni di San Daniele, sarà uno dei volti nuovi del Carnico 2026. Lo vedremo alla guida della Moggese, in Seconda Categoria, dopo la corte spietata che la società bianconera gli ha fato durante gli ultimi mesi.
«E a convincermi – precisa subito lo stesso neo tecnico bianconero – è stato proprio il fortissimo interessamento che i dirigenti della Moggese hanno manifestato nei miei confronti. Mi hanno fatto sentire una prima scelta e questo ha fatto la differenza. Anche rispetto ad altre squadre dei campionati regionali che mi avevano cercato».

Che ne dici di ripercorrere un po’ la tua carriera?
«Ho giocato fino a 40 anni, quando, in forza al Caporiacco, ho subito un brutto infortunio al ginocchio, per il quale ho dovuto dire basta. E proprio da Caporiacco è partita la mia avventura di allenatore: due anni con loro, poi a San Daniele in Prima Categoria, dove siamo retrocessi (immeritatamente, credetemi) per un gol subito al 90’ nei play out. Da lì sono andato alla Bujese, a fare il secondo a Max Marangoni, attuale tecnico dei Mobilieri. Il Covid fermò tutte le attività e, quando si riprese a giocare tre anni, andai alla Majanese e infine Artegna».

Un curriculum importante nel calcio regionale, insomma. E allora perché la scelta di allenare nel Carnico?
«Come già ho detto, la Moggese mi ha fatto sentire importante e, personalmente, quando avverto interesse intorno a me non contano le categorie. A me piace lavorare per il gusto di lavorare: Prima, Seconda, Terza o Carnico non fa differenza».

Ma il Carnico lo seguivi anche prima?
«Diciamo che seguivo le squadre in cui magari avevo qualche amico, ma la domenica non ho mai mancato di guardare i risultati, anche in tempo reale. Sono curioso di viverlo dal di dentro. So che è molto seguito, c’è intorno una grande passione e che la domenica c’è sempre tanta gente ad assistere alle partite. Il clima caldo dal punto di vista agonistico è un altro aspetto che mi incuriosisce. Diciamo che sono contento della scelta che ho fatto e che non vedo l’ora di incominciare».

Come giocherà la “tua” Moggese?
«Posso dire che porterò le mie idee. Ho un modulo preferito, che è il 4-2-3-1, ma non ne sono schiavo: dipenderà molto anche dalle caratteristiche dei giocatori che avrò a disposizione. L’unica cosa dalla quale sarà difficile allontanarsi è la difesa a 4, per il resto vedremo. Mi auguro di trovare ragazzi seri e pronti a seguirmi, ma non ne dubito».

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