di MASSIMO DI CENTA
Così come il Castello e il Ravascletto, anche la Val del Lago ritrova subito la Seconda Categoria, dopo la retrocessione del 2024. Una promozione fortemente voluta da tutto l’ambiente, non solo la società ma anche il paese che da sempre è molto vicino alla squadra, anche nel periodo di esilio a Trasaghis. Certo, dopo che l’”Augusto Picco” è tornato disponibile le presenze sono aumentate e questo ha ulteriormente rinsaldato i rapporti tra i sostenitori e il sodalizio biancazzurro.
La retrocessione, insomma, è stata vissuta senza drammi, ma con la voglia di riscatto da parte di tutti. La società ha puntato ancora su Luciano Patat, non solo per dare anche a lui la possibilità di rivalsa, ma soprattutto per la capacità del tecnico di aver instaurato buoni rapporti con tutti, per la conoscenza dell’ambiente e per essere riuscito a mantenere unito il gruppo, cosa non semplice quando le cose non vanno bene. E Patat ha risposto motivando i suoi fin dalle prime giornate: i biancazzurri infatti sono scattati dai blocchi di partenza infilando subito sette successi di fila. Stagione quindi già indirizzata, con la squadra che mantenuto l’imbattibilità fino alla terza giornata di ritorno, probabilmente anche a causa di un certo rilassamento, visto che ormai il passaggio di categoria era in cassaforte. Va letto proprio in questa chiave il periodo poco brillante dei biancazzurri, che ha fatto un pochino arrabbiare Patat, uno che tiene sempre tutti sulla corda e non tollera cali di tensione.
Per quanto riguarda l’assetto societario, aldilà della collaborazione fornita da tutti i consiglieri, meritano una citazione speciale il presidente Anthony Franzil, che non è il classico massimo dirigente da scrivania ma si spende anche per questioni concernenti il campo e la logistica quando la “Val” gioca in casa. Poi il veterano Luciano Cucchiaro, vice presidente e direttore sportivo, quello che si muove per sondare il mercato e portare ad Alesso i giocatori più funzionali alla composizione dell’organico. Anche il segretario Christian Cucchiaro non è uno solo da carte e informatica, ma se serve si presta alla manutenzione del campo e altre incombenze che svolge sempre con passione e diligenza. Infine, altro nome importante, quello di Alessandro Rodaro, che fra le tante mansioni va anche in panchina come massaggiatore.
Per quanto riguarda la squadra, Patat ha puntato su un 4-3-1-2 con il quale è riuscito a sfruttare in pieno le capacità di ogni giocatore a disposizione, non disdegnando però cambi di modulo a seconda delle esigenze della partita. In porta Vazzaz, uno dei migliori della categoria, con davanti la linea difensiva composta dagli esterni Berra e Danelutti ed i centrali De Canio e Simone Stefanutti. A centrocampo il rombo composto da Onisti vertice basso, Christian Picco e Ivano Picco nel mezzo e Di Gianantonio dietro le due punte Basaldella e Merlino.
Andando più nello specifico, si può dire che la qualità dei due Picco è fuori discussione, soprattutto se coperti alle spalle dall’intelligenza e dalle capacità tattiche di Onisti. Davanti, Basaldella non ha bisogno di presentazione e ha disputato l’ennesima grande stagione. Merlino, invece, non ha segnato molto (anche se nelle ultime settimane è stato più produttivo, come ha confermato anche stasera), ma la sua velocità e la sua capacità di ribaltare il fronte sono state armi importanti nello sviluppo della manovra offensiva. Quello appena scritto possiamo definirlo l’undici di base, ma non vanno dimenticati tutti gli altri: chi più chi meno sono stati tutti a vedere il campo, in particolare Gnoni e Orlandi, ma assolutamente non trascurabile il contributo dei vari Marchiò, Kevin Cucchiaro, Thomas Stefanutti, Pupin, Filippo Turisini, Alessio Turisini, Piazza, Scilipoti, Balloch, Romanin, Durì, Di Bez (particolarmente apprezzato per la sua duttilità) e Gabriele Stefanutti. Tutti insomma hanno portato mattoni per costruire la promozione, perché la stagione è lunga e anche un piccolo contributo può diventare determinante in certi frangenti.
Uno dei momenti più amari della stagione è stata l’eliminazione ai rigori nei quarti di finale di Coppa di categoria di fronte al Trasaghis: l’ambiente teneva molto a quel trofeo, anche per riconquistare un trofeo dopo la Coppa Carnia vinta nel 2016.