AMARO-STELLA AZZURRA 4-1
GOL: pt 1′ Edi Mainardis (A), 14′ Saliu; st 5′ e 44′ Cappelletti, 48′ Spizzo.
AMARO: Argenta, Tassotto, Valle (31’st Scarpa), Voltan, Della Rovere (23’st Fadi), Edi Mainardis, Cappelletti, Terroni, Dell’Angelo (17’st Spizzo), Fior (29’st Albano), Saliu (41’st Mattiussi). All. Massimo Pittoni.
STELLA AZZURRA: Melchior, Venier, Dal Pont (1’st Matteo Gubiani), Cantin (13’st Cariolato), Goi, Iob, Bellina, Paolo Pecoraro, Tiberi, Passera, Pischiutti (13’st Tolazzi). All. Fabio Cossettini.
Arbitro: Bertoli sez. Basso Friuli.
Note: ammoniti Edi Mainardis e Tiberi. Angoli 9-5 per l’Amaro. Recupero 2’+6′.
di BRUNO TAVOSANIS
AMARO C’era in palio il primo posto, almeno per 24 ore, questo pomeriggio tra due formazioni vogliose di ritornare subito in Prima dopo l’amara retrocessione dell’anno passato. Amaro e Stella Azzurra si presentevano all’appuntamento forti di un buon inizio stagione, con obiettivo della qualificazione ai quarti della Coppa di Seconda centrato e rispettivamente 8 e 7 punti nelle prime quattro partite di campionato. Quello odierno, insomma, era un banco di prova importante per entrambe allo scopo di capire potenzialità e ambizioni.
Al fischio finale di Bertoli fanno festa i padroni di casa, vincitori con un punteggio che non rispecchia nelle dimensioni quanto visto in campo, perché la Stella ha disputato una buona partita, fermo restando che il successo dell’Amaro è pienamente meritato. In ogni caso una bella partita, nonostante condizioni non facili, visto che la pioggia, arrivata già un’ora prima della partita, in diversi tratti del pomeriggio è scesa copiosa, pur se il terreno di gioco ha retto bene.
Pronti via e la Stella passa: bella azione personale del giovane Paolo Pecoraro, cross basso nel mezzo e Edi Mainardis, all’interno dell’area piccola, svirgola il pallone mandandolo nell’angolino, con Argenta impossibilitato a intervenire. L’Amaro reagisce e al 7′, sul bel cross di Cappelletti, Saliu anticipa l’avversario diretto, ma manca l’impatto con la sfera da ottima posizione. Passano 3′ e i gemonesi hanno una chance clamorosa per il raddoppio: Tiberi vince di forza il contrasto con Edi Mainardis, cross al centro per Passera, che solo davanti ad Argenta calcia malamente sul fondo. Al 14′ Saliu conquista palla al limite dell’area, controlla, si libera bene e tira in porta, battendo Melchior. Poi, come avviene molto spesso in questi casi, da ex non esulta. L’Amaro insiste e al 22′ ha una doppia chance in pochi secondi, prima con il solito Saliu (Melchior respinge, come si vede nella foto sotto) e poi con Cappelletti, che manda fuori. Poi succede poco fino al 39′, quando Paolo Pecoraro si ritrova un pallone vagante a centro area ma manca l’impatto.

La ripresa si apre con il gol dell’Amaro: sul cross di Saliu, Dell’Angelo colpisce da distanza ravvicinata, Melchior devia sul palo, riprende Cappelletti, che al secondo tentativo mette dentro da due passi. Subito dopo dall’altra parte l’inzuccata del neoentrato Matteo Gubiani finisce di poco a lato. Al 10′ l’Amaro ha una possibilità colossale per il tris: Matteo Gubiani serve all’indietro Melchior, il pallone è però troppo lento, arriva Saliu che solo in posizione centrale davanti al portiere (in sostanza un rigore in movimento) sceglie di piazzare il pallone, mandandolo sul fondo. Ancora Amaro pericoloso al 16′ con l’onnipresente Saliu, la cui conclusione da posizione defilata viene respinta da Melchior. Al 26′ bella iniziativa personale di Tiberi, che lascia partire un destro sul quale si esalta Argenta, ottimo nel volare per respingere la conclusione, peraltro deviata da un suo compagno di squadra. Dall’altra parte il collega Melchior non è da meno nel mandare in angolo il tiro a colpo sicuro di Spizzo sull’assist al bacio di Saliu. Al 44′ arriva il tris dell’Amaro: l’ottimo Terroni ruba palla a Iob e poi trova un gran filtrante per Cappelletti, che si presenta solo davanti a Melchior e lo infila. Nel recupero il colpo di testa di Spizzo chiude definitivamente il discorso. L’Amaro, così, si gode almeno per 24 ore il primato solitario.
(foto di Alberto Cella)