LA FINALE DEL CAPITANO: ANDREA DE BARBA

di MASSIMO DI CENTA

Andrea De Barba, 32 anni,  capitano del Cavazzo, quella di mercoledì ad Osoppo con il Villa è per te la finale di Coppa numero?
È la mia quinta finale ed il bilancio non è per niente incoraggiante, visto che delle precedenti 4 ne ho vinta solo una, quella del 2015.

Cosa ne pensi della scelta di Osoppo come sede della finale e, più in generale, quale sarebbe la tua proposta per l’atto conclusivo della manifestazione?

L’impianto di Osoppo è splendido per quanto riguarda la logistica degli spogliatoi ed il terreno di gioco, quindi per noi calciatori è il top. Ho qualche perplessità solo per quanto riguarda la recettività delle tribune: se arriva tanta gente i posti effettivamente disponibili potrebbero rivelarsi inadeguati. Ma sono sicuro che la Nuova Osoppo saprà essere all’altezza dell’evento. L’ideale, per l’adeguatezza di tutti i fattori, in Carnia rimane Villa Santina, ma trovo estremamente giusto che ci sia questa alternanza. La scelta di Osoppo, per esempio, la ritengo valida perché rappresenta una grande occasione per gli sportivi che da Gemona in giù saranno avvantaggiati dalla minore distanza ed avranno la possibilità di vedere dal vivo il nostro calcio.

È più difficile affrontare una finale da favorito o da possibile sorpresa?

Non credo di peccare di presunzione affermando che, in questo caso, i favoriti siamo noi, ma siamo anche tutti consapevoli del fatto che in una partita secca tutto può succedere.

Cosa temi dei tuoi avversari e dimmi un giocatore che non vorresti vedere nella lista gara?

Diciamo che il Villa è una squadra da temere nel suo complesso, perché ha giocatori forti in ogni reparto e quindi c’è il massimo rispetto. Spero che i nostri avversari si presentino al gran completo, perché in una finale è giusto e stimolante sfidarsi ad armi pari, con i rispettivi organici a disposizione. Se c’è una cosa che in qualche modo mi preoccupa e il loro allenatore; Maisano è uno che ha esperienza da vendere e di certo saprà preparare in maniera impeccabile questa sfida, sia tatticamente che psicologicamente.

Il tuo pronostico?

Io credo che vinceremo noi.

Perché?

Perché il nostro organico è completo e ricco di soluzioni. Dovremmo stare attenti a giocare con concentrazione ed umiltà, altrimenti rischieremo di pagare a caro prezzo anche il minimo atteggiamento di sufficienza.

Il tuo ricordo più bello e quello più brutto delle finali disputate in precedenza.

Il più bello è legato senz’altro a quella del 2015, anche perché è l’unica che ho vinto e poi quella stagione fu indimenticabile: vincemmo tutto! Anche se però ho un bel ricordo di quella del 2007: avevo 17 anni ed ero in panchina. Dopo un quarto d’ora si infortunò Marco Costantini e così toccò a me. Entrare in una finale, con tanta gente a vedere la partita e l’atmosfera magica delle notti di Coppa fu davvero una grande emozione.

(foto di Alberto Cella)

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