Carnico sì o no? L’opinione del dottor Mauro Cacitti

di RENATO DAMIANI

Carnico sì o Carnico no? Torneo di Vallata? Campionato ridotto a livello di Torneo? Play-off e Play-out? Campionato da annullare o rinviare con possibile conclusione a fine ottobre?
Molte le domande ed al momento nessuna risposta. Nella mia qualità di responsabile organizzativo da ben 26 anni, ho annullato il Carnico Amatori mettendo al primo posto la salute di dirigenti e giocatori. Allora dal punto di vista sanitario quali sono le prospettive del Carnico 2020? Domanda che ho rivolto al dott. Mauro Cacitti, medico e presidente del Real I.C.

Doveroso chiarire che rispondo a titolo personale, visto che sono ancora in carica come presidente della società, perchè abbiamo dovuto rinviare la già programmata Assemblea dei Soci  ed allo stato dei fatti non so quando riusciremo a programmarla – dice Cacitti -. La situazione è sicuramente complessa e le indecisioni anche a livello professionistico non sono di aiuto per la gestione della nostra realtà. Attualmente la diffusione del coronavirus in Carnia è contenuta, ma il virus è presente sul territorio e non si può sottovalutare una condizione del genere per uno sport di contatto come il calcio”

Dal punto di vista della prevenzione il mondo dilettantistico, a cui appartiene il Carnico, è preparato a soddisfare tutti gli eventuali protocolli che  verranno imposti?
Attualmente ho l’impressione che i protocolli proposti a livello professionistico, con l’attenuante che i professionisti vogliono ripartire subito, siano improponibili per una società come il Real. Il mantenimento delle distanze sociali in campo e negli spogliatoi, eventuali controlli, anche solo della temperatura prima degli allenamenti, la sanificazione degli ambienti chiusi, imporrebbero un carico di impegni e di costi rilevanti”.

C’è poi un problema economico, in quanto in questa drammatica situazione trovare sostegno economici esterni (sponsor) sarà davvero impresa ardua.
“Sicuramente la situazione attuale delle attività commerciali comporterà una riduzione dei contributi, senza contare che anche una eventuale partenza ritardata del Campionato o eventuali altre soluzioni comporteranno una minore durata. con conseguente minore visibilità degli sponsor”. 

Gli impianti sportivi dell’Alto Friuli sono di proprietà comunale (a parte qualche eccezione), con le società soggetti perseguibili quali gestori. In casa di problematiche sanitarie nel corso di allenamenti o gare, su chi ricadranno le responsabilità?
“Problema di non poco conto. Il presidente sarà responsabile sicuramente della applicazione di un eventuale protocollo, come già adesso succede per le attività di manutenzione degli impianti sportivi. Aggiungo che un eventuale riscontro di positività al coronavirus di un giocatore comporterebbe una serie di problemi ulteriori. Inoltre, l’assicurazione della FIGC coprirebbe una situazione del genere? Da considerare che per un giocatore che è anche lavoratore dipendente, allo stato attuale l’infezione viene considerata di competenza INAIL”. 

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