GENTE DI CARNICO: PIER PAOLO SCREM

PPSIl rigore realizzato contro l’Edera è solo l’ultima perla di una carriera straordinaria: quando nei pressi del 90’ l’arbitro ha indicato il dischetto dagli 11 metri, dalla tribuna gli spettatori presenti hanno iniziato ad urlare “Screm”, “Va mo Pier, va” “Tirilu tu, vecjo”. Un tributo spontaneo, naturale, carico d’affetto per un grande calciatore ma soprattutto una grandissima persona. Cinque anni di Cedarchis insomma, andavano in qualche modo impreziositi con un gol, perché quello resta nelle statistiche e lo possono vedere tutti. Non come i consigli, le pacche sulle spalle e la gestione dei momenti difficili che non trovi in nessun documento ufficiale, ma restano un bene prezioso all’interno dello spogliatoio. Pier Paolo Screm, 52 anni compiuti il giorno di Ferragosto ed una carriera spesa sui campi con un impegno, una serietà ed una passione che lo rendono un esempio. In un Carnico che si interroga sulla propria consistenza tecnica, sull’opportunità di mantenere un così alto numero di squadre per salvaguardare il campanile a discapito della qualità, lui è uno di quei personaggi che vorresti fossero clonati, sia per l’aspetto tecnico sia per quello umano. Quasi mezzo secolo passato sui campi della Carnia, con il calcio vero sfiorato quella volta che andò in ritiro a Milanello, alimentando una leggenda assolutamente in linea con il personaggio che autorizza a pensare comunque in grande. Quella volta incrociò sui campi di allenamento Fabio Capello e l’incontro gli deve essere rimasto ben impresso, visto che è un dettaglio che racconta spesso quando parla di quel mitico mese di luglio di preparazione  vissuto con la maglia del Milan addosso. Ma la società rossonera non ebbe il coraggio di puntare decisamente su di lui e preferì mandarlo un anno a farsi le ossa in serie C, al Sant’Angelo Lodigiano, una delle sue squadre satellite. Lui, però, a quel punto preferì tornare nella sua terra: non si sentì assolutamente mortificato dalla decisone dei dirigenti del Milan, ma se calcio vero doveva essere tanto valeva viverlo con una squadra “vera” di serie A, insomma, altrimenti non se na fa niente! Centrocampista di stampo classico, piedi educatissimi, pensiero veloce e con le caratteristiche che dovevano avere i centrocampisti di qualche anno fa, quando, cioè, esisteva il mediano di rottura e la mezzala di qualità. Ecco, alla mezzala di qualità nessuno chiedeva quella che oggi si chiama “fase di interdizione” , ma bisognava avere la capacità naturale di sapersi offrire al passaggio del compagno, in quello che i cronisti chiamavano “gioco senza palla”, un’espressione che oggi fa sorridere, soppiantata da quella che ai nostri tempi si definisce “fase di non possesso”. Pier Paolo, per anni, è stato forse il giocatore più bravo nel gioco senza palla, perché non affondava il tackle, ma sporcava le linee di passaggio, non riconquistava palla per poi rigiocarla in maniera elementare e scontata, ma preferiva farsela consegnare dal mastino di centrocampo con la giocata successiva, mai banale, pronta in canna. Verzegnis, Amaro, Bordano, Moggese ed Arta sono state le tappe della sua carriera ed in ognuno di questi ambienti ha lasciato qualcosa di sé, meritando il rispetto che è quasi un obbligo per chi come lui è capace di vivere, adattandosi ad ogni situazione. Senza subirla, però. Dopo stagioni da protagonista, quando la carta di identità ha iniziato ad avere tanti, troppi … timbri per il rinnovo ha chiesto, solo per tenersi in allenamento, di essere tesserato col Cedarchis, società che “Pier” apprezzava per la serietà, una serietà molto simile a quella che intende lui e che contraddistingue tutti gli aspetti della sua vita: dal rapporto con la dolcissima Marina (la sua compagna con la quale ha saputo trovare gli equilibri giusti per condividere una quotidianità fatta di cose semplici, amore e rispetto reciproco), alla grande professionalità con la quale ha sempre svolto il suo lavoro all’interno dell’aziende di famiglia. Una famiglia in cui il pallone è stato sempre molto importante: papà Leonardo, imprenditore di successo, per anni ha rappresentato una figura di riferimento a Paularo, in ambito sportivo, dove fu tra i fondatori del Milan Club (successivamente Paularese) per poi assumerne per anni la presidenza. E poi i due fratelli: Antonello ed Almer. “Anto” è stato un centrocampista di quantità e spessore, un incontrista coi fiocchi, mentre “Mami” era il classico esterno guizzante. Tutti e tre lavorano nell’azienda di famiglia (nel campo dei prodotti ortofrutticoli), come detto, mostrando un affiatamento ed un senso di complementarietà che sarebbero stati eccezionali anche sui campi di calcio, dove invece non hanno mai giocato tutti insieme. Anzi no, una volta c’è stata e l’evento fu talmente eccezionale che vale la pena ricordare manifestazione e data: era il torneo estivo di Arta e la sera del 1 agosto 1985 i tre fratelli Screm giocarono insieme con la maglia del Milan Club, con Pier Paolo che scese in campo come prestito, visto che quella maglia rossonera in carriera non la indossò mai (era destino, evidentemente, che non devesse mai vestire quei colori!). Quella sera i fratelli Screm se la ricordano ancora e forse chissà, la cosa fece piacere anche a mamma Giovanna, che il pallone, in tanti anni, lo ha più sopportato che amato … E c’è anche un incrocio da avversari in un Timaucleulis – Arta finita 5 a 1 per i timavesi in cui militava Antonello. La cosa strana dei tre fratelli è che il più vecchio è quello che ancora ha la voglia e la passione di allenarsi. Il suo segreto? Una vita sana, da professionista attento anche ai dettagli. Il “Pier” insomma è ancora sulla breccia e nonostante le sue 52 primavere non si può certo dire che sia alla … frutta. Che poi, nel suo caso, non sarebbe nemmeno un’offesa …

8 Comments

  • Posted 27 Agosto 2015 18:01 0Likes
    by Renzo Piller

    Grande Pier, un mito, persona davvero speciale e unica!!!

  • Posted 27 Agosto 2015 23:15 0Likes
    by Jacopo Valent

    Grande Pier Paolo!! Complimenti per la tua carriera infinita e per la bella persona che sei.
    Ti stimo molto.
    Jacopo Valent

  • Posted 28 Agosto 2015 08:23 0Likes
    by Andrea

    Mitico Pier!!!

  • Posted 28 Agosto 2015 12:50 0Likes
    by Simone

    Come al solito un bellissimo articolo Massimo!Conosco Pier da molto e anche se in questi anni non sempre ho percepito i suoi consigli,certo non per colpa sua, quello che mi ha insegnato nel tempo mi sarà sempre utile nel calcio ma soprattutto fuori perché difficilmente Pier ti dice come stare in campo o come colpire la palla,prima di tutto ti insegna a comportarti…educazione,serietà e correttezza(a volte troppa)…Un esempio per i giovani e anche i meno giovani!e visto che non se ne parla di mollare sono sicuro che ci alleneremo ancora assieme in futuro!
    Ciao a tutti!

  • Posted 29 Agosto 2015 00:14 0Likes
    by lorisrassati

    Pierpaolo Screm e’ la MELA che va posta in un cesto pieno di giovani calciatori senza ” bau “.

  • Posted 29 Agosto 2015 12:10 0Likes
    by Maurizio Mesaglio

    Vorrei ricordare che l’amico Leonardo Screm, non ha pensato solo al calcio ma, per molti anni, ha dato sfogo anche alle aspettative sportive del gentil sesso, con la squadra di pallavolo, che tenne alta, con molti sacrifici, la bandiera di Paularo e del Milan Club, dimostrando, tra l’altro, grande correttezza e senso dell’ospitalità verso gli avversari che, anche in condizioni meteo difficili, raggiungevano Paularo.

  • Posted 29 Agosto 2015 20:15 0Likes
    by pompeo

    grande pier un abbraccio

  • Posted 9 Gennaio 2018 16:42 0Likes
    by Simone Screm

    Grande zio se veramente forte ti stimo!

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