Maichoal Cescutti tra Carnico, Venzone e deroghe

di MASSIMO DI CENTA

Non è un inizio facile per Maichoal Cescutti a Venzone. Dopo l’incoraggiante inizio in Coppa, la formazione rossoblu sta patendo più di qualche stento in campionato e i due punti dopo 4 giornate di campionato lo confermano. A Maichoal chiediamo il perché della scelta Venzone.
«Diciamo che non me la sentivo di stare tanti mesi senza calcio. Tornare dal lavoro e andare a correre da solo mi metteva tristezza. Quando il Venzone si è fatto avanti non ho esitato neanche un momento. Determinante nella scelta è stato il mister Cleto Polonia: bravo tecnico, ma soprattutto una persona di spessore dal punto di vista umano. Sono quelle persone che incontrandole ti arricchiscono».

Come spieghi l’inizio così difficile della tua squadra?
«Effettivamente non trovo spiegazioni logiche ci sono bravi giocatori, gente che ci mette impegno e passione, eppure facciamo fatica. Anche i giovani non sono male, probabilmente manca loro qualcosa dal punto di vista della personalità, della cattiveria agonistica, ma bisogna lasciarli maturare».

Ti abbiamo visto giocare da centrale difensivo e da centrocampista. Quale ruolo preferisci?
«A me basta giocare. Polonia mi ha chiesto se me la sentivo di fare il difenosre ed io non esitato a rispondergli di sì. In quel ruolo avevo giocato nella juniores, ma in prima squadra è molto diverso. In allenamento stiamo cercando di lavorare su movimenti ed automatismi, perché è chiaro che posso e devo migliorare in alcuni frangenti».

Tipo la partita col Tolmezzo in campionato?
«La peggior partita che ho disputato da quando sono al Venzone. La sentivo troppo. Il fatto di giocare in un ambiente che conosco e che ci ci fossero tante persone che conosco a vedermi, mi ha condizionato alla fine. Il mister me ne ha dette di tutti i colori, sia in partita che in settimana agli allenamenti. Mi sono sentito di chiedere scusa a lui e a tutta la squadra. Sono cose che succedono, comunque, la giornataccia può starci».

Nelle partite che hai disputato finora, quale giocatore ti ha maggiormente impressionato?
«Samuele Sabidussi del Tolmezzo, davvero un bel giocatore e con ampi margini di crescita. Ma anche i miei compagni Daniel ed Enrico Lo Manto, due che alle doti tecniche sanno unire grinta e la capacità di no arrendersi mai».

Ti manca il Carnico?
«Altroché: il Carnico è una cosa che va aldilà del puro fatto sportivo. Gli amici, l’ambiente, le discussioni hanno fatto parte delle estati della mia vita. Durissima farne a meno».

Quindi a dicembre finirai l’avventura a Venzone, pronto a tornare a Cavazzo?
«Ci penso continuamente. La cosa che mi darebbe più fastidio sarebbe dire basta al Venzone e poi magari il Carnico non si disputa. Ecco, a questo proposito, sarebbe utile che la Federazione prendesse in considerazione l’ipotesi che i calciatori in prestito che vogliono tornare nel Carnico, abbiano la possibilità di farlo a marzo. Non so se da un punto di vista regolamentare la cosa sia fattibile, ma insomma, credo che una deroga si potrebbe almeno provare a pensarla».

Ricordiamo che questa sera (mercoledì 21) alle 20 a Venzone la squadra di Polonia riceve la Juventina nell’andata dei quarti di finale della Coppa Italia di promozione. 

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