Il Campagnola si scioglie? Dalla società una secca smentita

di MASSIMO DI CENTA

L’assenza in Coppa Carnia del Campagnola, per blasone e tradizione, è una di quelle che naturalmente ha fatto più scalpore. Da qualche giorno, poi, circola la notizia di uno scioglimento della società e per questo abbiamo voluto interpellare il presidente Stefano Marmai ed il ds Massimo Forgiarini.

A Marmai chiediamo subito quanto ci sia di vero in questa voce.
«Francamente non so chi possa mettere in giro certe voci – risponde il presidente -, anche perché l’intenzione è quella di tornare a giocare. E vogliamo farlo da protagonisti. Il prossimo anno ricorre il cinquantesimo di fondazione della società e sarebbe bello festeggiarlo con il ritorno nella massima categoria. Non credo di essere presuntuoso nel dire che quello è il posto che ci compete, per la storia stessa del Campagnola. E le ambizioni della squadra sono le stesse che ho i: quando mi impegno in qualcosa, in tutti i settori, mi piace fare le cose per bene».

E quindi dobbiamo aspettarci una squadra competitiva?
«Penso di poterlo garantire fin da ora, poi è chiaro che bisognerà vedere l’evoluzione generale della situazione, sia dal punto di vista sanitario che da quello gestionale della società».

E poi non vedrà l’ora di essere finalmente operativo.
«In effetti ho assunto questo incarico lo scorso anno ma di fatto non l’ho mai svolto, visto lo stop della scorsa e di questa stagione. Chiaramente non sono stato con le mani in mano ed insieme ai miei collaboratori stiamo organizzando e pianificando un futuro che spero sia davvero a brevissimo termine».

Anche Forgiarini si dice quasi sorpreso dal fatto che si possa parlare di scioglimento della società.
«È incredibile come possano diffondersi certe notizie – afferma il direttore sportivo –, anche perché non c’è assolutamente niente di deciso. A fine settembre si riunirà il Consiglio Direttivo per valutare la situazione. Siamo un cantiere aperto, come è logico che sia, ma c’è voglia, entusiasmo e tanta, tanta passione».

Vi manca il Carnico?
«Nella maniera più assoluta. Per anni siamo stati protagonisti di questa splendida realtà ed è normale che fare solo gli spettatori ci dispiaccia non poco. Però non abbiamo voluto ostacolare quei giocatori che hanno chiesto di potersi accasare, in prestito, con altre società: alla fine ne abbiamo dovuti accontentare solo tre, Iob, Specogna e Belgrado ed è stato giusto dare loro la possibilità di giocare. In questo il presidente si è dimostrato davvero sensibile e comprensibile».

Che Carnico ritroveremo quando si potrà tornare alla normalità?
«E chi può dirlo? Di certo qualche società sarà in difficoltà, ma è un discorso che va avanti da qualche anno. Sarebbe bello che ogni paese avesse la propria squadra: il campanile, del resto, ha fatto le fortune di questo campionato, ma ultimamente era diventato un limite, con squadre, e lo dico con molto dispiacere, che hanno dovuto fare salti mortali per tirare avanti. Dopo questo periodo, chissà, qualcuna potrebbe essere costretta a sciogliersi e magari con un minor numero di squadre potrebbe alzarsi il livello qualitativo».

(in copertina Forgiarini e Marmai)

 

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