Le donne del Carnico: Pasqualina Piredda

di FEDERICA ZAGARIA

È una bella giornata di sole quella in cui incontro Pasqualina Piredda, donna, anzi, femmina sarda, solare come il pomeriggio in cui ci conosciamo di persona. La guardi ed i suoi occhi trasmettono la forza di chi ha lasciato la propria regione e che qui, da noi, ha trovato l’amore.  È socievole, Pasqualina, ci troviamo bene a chiacchierare, si nota che è una abituata a stare in mezzo alla gente: fa, infatti, la barista a Gemona ed è anche per questo stesso motivo che, per la Stella Azzurra, squadra di cui suo marito Giulio Contessi, è dirigente, oltre che esserne stato a lungo giocatore, si occupa del chiosco.
Mi colpisce la sua sincerità quando alla domanda che pongo a tutte “Chi o cosa ti ha portato a fare parte del Carnico?”, lei risponde, senza alcuna esitazione e in maniera schietta, «l’amore».

Mi racconta così di essere arrivata in Friuli nel 2012 e che ha cominciato a conoscere il Carnico come tifosa della Stella Azzurra all’inizio della sua relazione con Giulio, che ha conosciuto nel bar in cui all’epoca lavorava. «Ho poi cominciato – racconta – col dare una mano al chiosco del “Tarcisio Goi”, per poi andarci ogni domenica in cui la squadra giocava in casaPosso dire di essere circondata dal calcio perché, al bar, dove ora lavoro, vengono trasmesse le partite e tutti parlano di calcio, per cui mi ci sono appassionata».

Cosa ti ha regalato il Carnico e cosa, invece, ti ha tolto?
«Non mi ha tolto niente, anzi mi ha molto arricchita. Innanzitutto seguendo la Stella Azzurra ho avuto occasione di conoscere nuovi paesi che prima non avevo mai visto. E poi per la mia famiglia è comunque un modo per stare insieme, chi in panchina, chi al chiosco e chi (il figlio Manuel, ndr) giocando a calcio fuori dal campo con altri bambini. Mi ha inoltre permesso di conoscere moltissime persone, perché il chiosco è un notevole punto d’incontro».

Il calcio viene considerato, da molti, ambiente maschile: come ti sei sentita accolta?
«Mi sono sempre sentita ben accetta ed a mio agio, con tutti».

Pasqualina Piredda

C’è qualche aneddoto che vorresti raccontarci?
«C’è stato un incontro lo scorso campionato in cui, da vera tifosa della Stella, ho sofferto tantissimo: è stata la partita giocata a Gemon, contro il Ravascletto, un scontro veramente al cardiopalma: vincevamo 2-1, poi nel secondo tempo c’è stato il ribaltamento del risultato, per cui eravamo sotto per 3-2, per poi concludere l’incontro in maniera vittoriosa per 4-3. Mi ricordo ancora la data, era il 1° ottobre. Durante la partita dal chiosco vedevo ciò che stava succedendo in campo allungando il collo e l’ho vissuta veramente in maniera intensa, perché quel risultato era determinante per la nostra salita in Prima categoria».

Un altro episodio riguarda Radio Studio Nord, vero?
«Sì, la premiazione di Giulio in occasione della puntata finale di “Terzo tempo”. La società ed i giocatori avevano deciso di premiare lui in quella serata, ma doveva essere una sorpresa, per cui dovevano, con la mia collaborazione, fare in modo che andasse lui a ritirare il premio. Non è stato facile mantenere il segreto e, allo stesso tempo, farlo andare alla premiazione».

Sei una persona scaramantica?
«Per quello che riguarda la nostra squadra, sì. Per esempio, sono io che lavo di norma le divise dei giocatori: in realtà la società aveva proposto l’acquisto di lavatrice ed asciugatrice, ma visto che i risultati in campo ci sono stati e sono ottimi, preferisco continuare ad occuparmene io. Insomma, il mio lavaggio porta bene, per cui non c’è necessità di cambiare!».

Quanto parlate, in famiglia o con amici, di calcio?
«Considerando anche che mio figlio gioca nelle giovanili della Nuova Osoppo, tra casa, campo e bar è un argomento continuo, che poi diventa unico quando comincia il Carnico».

A questo proposito, come descriveresti il Campionato?
«Per me è amicizia perché, come ho detto prima, mi ha dato occasione di conoscere tante persone. È inoltre famiglia, in quanto ormai nella Stella Azzurrami sento di far parte di una collettività familiare. Spero infatti di poter continuare a dare il mio contributo alla società e che la squadra riesca ad ottenere ottimi e risultati».

Già pubblicati:

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