SANDRO MENIS: «IL TARVISIO DEVE LAVORARE IN PROSPETTIVA»

Il Tarvisio di Sandro Menis riparte dai giovani dopo la delusione dello scorso campionato, conclusosi con la retrocessione.

«Del resto – precisa il tecnico – non abbiamo altre alternative. E poi è il modo migliore per dare un senso a tutta l’attività che svolgiamo con il settore giovanile».

La vostra sembrava una squadra destinata a restare in prima per tanto tempo e invece…
«E invece lo scorso anno è andata così… Ma la retrocessione è figlia di una serie di circostanze particolari: qualche infortunio e poi motivi di lavoro per molti dei nostri ragazzi. Tarvisio, a due passi dall’Austria, è diventato uno snodo importante per il traffico su rotaie verso l’Est europeo ed è giusto che i nostri ragazzi abbiano colto questa opportunità occupazionale».

Lo scorso anno eravate effettivamente ridotti all’osso…
«Spesso ci si presentava alle partite in 14, 15 giocatori, per non parlare degli allenamenti, a volte davvero per pochi intimi. Ma ripeto, non era cattiva volontà, perché per i giovani il lavoro diventa una priorità».

Per il campionato che inizia tra poco dovrebbe andare meglio.
«Tra arrivi, rientri e ragazzi provenienti dagli Allievi dovrei avere a disposizione 25 giocatori e con questi numeri si può ragionare in maniera diversa. Abbiamo perso i fratelli Felaco, è vero, ed è una perdita importante visto il valore dei giocatori. Però torna con noi Giulio Crea, che potrebbe diventare il fulcro di una squadra composta essenzialmente di giovani. Recuperiamo Andrea De Rosa, Alessandro Renzullo, Nicholas Albano, Marco Zangrandi e speriamo di avere a disposizione per molte più partite Marco Kandutsch».

La società cosa ti ha chiesto?
«La società non mi ha dato mai pressioni. Ho sempre lavorato con quello che avevo a disposizione ed io in cambio ho sempre chiesto ai miei giocatori serietà, impegno, presenza agli allenamenti. Obiettivi? Chiaro che i risultati sono importanti, ma prima di parlare di salvezza o promozione vorrei consolidare il gruppo, costruire un blocco integro e cercare di lavorare sempre in prospettiva. Abbiamo un settore giovanile importante, spesso ai vertici e quindi dobbiamo sfruttarlo al massimo. Vincere un campionato coi tutti ragazzi provenienti dal vivaio sarebbe straordinario».

Per te poi in maniera particolare…
«Io sono entrato negli spogliatoi del campo sportivo di Tarvisio che avevo 8 anni, ero un pulcino in tutti i sensi. Ho vinto tutte le categorie da giocatore dai Pulcini, quella volta c’erano le classifiche, agli Allievi. Adesso che di anni ne ho qualcuno di più è sempre una bella emozione rientrare in quegli spogliatoi».

Ma non ci hai ancora detto, in concreto, cosa ti aspetti dalla prossima stagione.
«Quando si lavora coi giovani è davvero difficile capire dove si può arrivare: i giovani non ti danno mai certezze, possono esaltarsi o deprimersi, entusiasmarsi od avvilirsi. Starà a me cercare l’equilibrio in ognuno di loro per trasferirlo poi in un equilibrio di squadra».

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