Moser: «Per la Folgore una salvezza sofferta sarebbe un mezzo fallimento»

di MASSIMO DI CENTA

Sorpresa? Mina vagante? Come può essere definita la Folgore di Francesco Moser? Proviamo a chiederlo direttamente a lui
«Il linguaggio giornalistico spesso si esprime con espressioni sintetiche che non tengono conto di quella che è la realtà effettiva delle cose – risponde il tecnico di Paluzza -. La Folgore è un insieme di bravissimi giocatori e starà a me farla diventare una squadra nel vero senso della parola».

Non divagare, dicci che obiettivi può raggiungere.
«Il presidente, quando sono arrivato, mi ha detto che mancavano dalla Prima Categoria da molti anni e che quindi il primo obiettivo deve essere la salvezza. Posso essere d’accordo, ma c’è salvezza e salvezza. Con la rosa che ho a disposizione una retrocessione evitata nelle ultime giornate lo riterrei un mezzo fallimento».

E allora parlaci di questa rosa.
«Accanto al gruppo dello scorso anno sono arrivati tanti volti nuovi: Alessandro Tassotti e Giacomo Micelli dal Tolmezzo, così come Federico De Antoni, già alla Folgore lo scorso anno in Coppa. E poi Luca Gottardis, mio figlio Simone, Michele De Toni, Emiliano Picco e Andrea De Barba. In più i ritorni di Esteban Falcon, Mattia Pillinini ed Emiliano Picco».

Effettivamente non puoi lamentarti. Sappiamo che avevi ricevuto altre offerte: perché la Folgore?
«L’entusiasmo e la positività del presidente Andrea Brovedani e del ds Gabriele Martin hanno avuto il loro peso. Li ho sentiti carichi e convinti di poter fare le cose per bene».

Eppure parlano di salvezza…
«Credo che sia normale la politica dei piccoli passi. Intanto salviamoci bene. Cerchiamo di costruire un gruppo destinato a restare in Prima per tanti anni e poi potremo provare a fare il salto di qualità».

Riproporrai il tuo 4 – 3 – 3?
«Di base resta il mio schema di riferimento, anche se con le scelte che ho a disposizione non mi dispiacerebbe provare il 4 – 2 – 3 – 1. Aldilà dei moduli però credo che il mio compito più difficile sarà la gestione di tanti giocatori dalla forte personalità, cercando, poi, di motivare gli esclusi e far capire che tutti soni utili e tutti avranno le loro possibilità. Devo dire che nei primi allenamenti ho visto gente motivata e questo non può che farmi piacere».

Un obiettivo quindi è la salvezza prima possibile. E la Coppa può esserne un altro?
«Servirà di sicuro per fare un buon rodaggio, ma di certo non la disputeremo solo per questo. In quelle che saranno partite secche può succedere di tutto, soprattutto quando  ci sono squadre come la nostra che possono contare su individualità in grado di farti la giocata decisiva».

TUTTE LE INTERVISTE AGLI ALLENATORI

Luca Craighero (Moggese)
Aurelio Picco (Bordano)
Sandro Clapiz (Ampezzo)
Massimiliano Martina (Timaucleulis)
Maurizio Colosetti (Verzegnis)
Maurizio Romanin (Ardita)
Luciano Princi (Tarvisio)
Alberto Copetti (Viola)
Lucio Rapposelli (Amaro)
Massimo Marangoni (Campagnola)
Ugo Da Rin (Sappada)
Raffaele Agostinis (Illegiana)
Mario Chiementin (Cavazzo)
Max Brovedani (Edera)
Sandro Beorchia (Ovarese)
Marco Fabris (Pontebbana)
Franco Romano (Lauco)
Giacomo Di Bello (Paluzza)
Cristian Gobbi (Arta Terme)
Ivan Gressani (Velox)
Maurizio Talotti (Audax)
Francesco Marini (Real)
Giuliano De Conti (Comeglians)
Andrea De Franceschi (Ravascletto)
Stefano Maggio (Velox U23)
Claudio Fortunato (Val Resia)
Giancarlo Peirano (Stella Azzurra)
Gilberto Buzzi (Mobilieri)
Alberto Brollo (Fusca)

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