Le donne del Carnico: Claudia e Stefania Candoni

di FEDERICA ZAGARIA

Con oggi riprendiamo la rubrica dedicata alle Donne del Carnico e questa volta ve ne farò conoscere non una, bensì due: si tratta infatti di due sorelle, Claudia e Stefania Candoni, che sono l’esempio di come, e lo so per esperienza personale, quando si nasce e si cresce in una famiglia che fa parte del mondo del Carnico, non ci si allontana mai da esso. Anzi, questo mondo si intreccia anche con la propria vita futura e personale. Insomma, si tratta due donne che, come me, sono cresciute, come diceva mia nonna Anute, «a pan e balón».
La loro presenza nel mondo del Campionato Carnico è dovuta al loro amato papà Benito, persona molto conosciuta nell’ambiente: socio fondatore del Real Imponzo Cadunea e, come mi raccontano loro, «follemente innamorato di quella squadra, tanto che, per lui, la cura del rettangolo di gioco di Imponzo, veniva prima di qualsiasi altra cosa». Stefania stessa, la primogenita, negli anni ‘80 militava nella squadra femminile del paese, mentre Claudia partecipava agli allenamenti ma, all’epoca, non poteva far parte della squadra a causa della sua tenerissima età.
Poi, tanto per rimanere in tema, hanno entrambe sposato due calciatori: Stefania infatti è la moglie di Enrico Bertolini e mamma di Gianluca (attuale perno del Real), mentre Claudia ha sposato Loris Larcher.
Chiedere se siano sempre state appassionate di calcio ha una risposta abbastanza attesa ma non scontata: Stefania ha sempre amato il calcio e seguendo il marito se n’è appassionata ancora di più, mentre Claudia ha cominciato il suo ingresso nel Carnico per passione e per appartenenza al paese. Alla domanda su cosa il Carnico abbia regalato e cosa tolto, Stefania risponde: «In questo contesto non si può parlare di qualcosa che venga tolto, perché o ne senti la passione e quindi non è un sacrificio o non ne fai parte». Entrambe le sorelle concordano sul fatto che le soddisfazioni siano tante e, a volte, ci siano anche le arrabbiature, dovute però, da tifose, ad alcuni risultati di partite, non ad altri motivi. Claudia, dal canto suo, sottolinea: «Ciò che facciamo è anche per tenere vivo il ricordo di nostro padre, perché era il suo mondo. La passione poi, quando, appunto, è vera, si trasmette ed infatti le nostre figlie aggiunge seguono la nostra strada ed il Real è per noi una seconda famiglia». Il calcio viene considerato da molti ambiente maschile ed è naturale chiedere come Claudia e Stefania si siano sentite accolte: «Facendo parte da sempre di questo mondo, non ci sono disparità in questo senso. Il gruppo è affiatato e quindi, tutto ciò che si fa, arriva dal cuore».
Non mancano gli aneddoti: «Innanzitutto c’era sempre nostro padre da tenere d’occhio al campo, perché era un gran contestatore, soprattutto nei confronti degli arbitri», racconta Claudia, che aggiunge: «Gli incontri più sentiti sono sempre stati quelli con il Cedarchis (il cosiddetto Derby del ponte, ndr) che, in ogni caso, termina sempre al chiosco in un bel terzo tempo». Stefania invece ricorda il primo Campionato vinto dal Real nel 1995 e soprattutto i caroselli verso Tolmezzo con macchine bianche e rosse, alternate in fila, con successiva festa in palestra ad Imponzo.
C’è poi un episodio dolcissimo legato a papà Benito, davanti al quale non ci si può non commuovere: «Il Real vinse il campionato nel 2016, anno della morte di nostro padre, avvenuta ad agosto – raccontano -. In quella triste occasione la camera ardente era stata allestita nella palestra attigua al campo che tanto amava, a conferma del suo legame indissolubile con la squadra». In casa il Carnico occupa un posto di primo piano: «Con marito e figlio ne parlo tantissimo – conferma Stefania – e posso dire che anche nei pranzi di famiglia, quindi anche con Claudia, ha un ruolo di primo piano da aprile ad ottobre ed anche oltre». In poche parole il Carnico per Claudia è «una bellissima realtà che ci appartiene», mentre per Claudia è pura passione.
Entrambe, poi, ci tengono a descriversi solo come «rappresentanti di tutte le donne che hanno collaborato durante gli anni di vita del Real e, per evitare di dimenticarne qualcuna, nominiamo come simbolo di tutte loro Maria Cella, 92 anni, che oltre ad essere una gran tifosa, ha gestito per molti anni il chiosco con una dedizione più unica che rara. A dimostrazione del suo grande legame con la squadra, tutt’ora, essendo impossibilitata ad uscire di casa, le domeniche d’estate si sintonizza su Radio Studio Nord e ascolta “A tutto Carnico” per seguire in diretta il suo Real».
«Attualmente, tra quelle che sono sempre presenti a dare una mano – continua poi Stefania -, vogliamo ringraziare le più anziane, ovvero Rina, Mariute, Orsola e Mirella, ma anche tutte le ragazze che ci seguono in questo “lavoro” e che speriamo continuino in questa direzione, consapevoli che per tutte noi ci saranno grandi soddisfazioni per ciò che assieme si riesce ad organizzare e creare, ma anche grandi arrabbiature, come succede a tutte le tifose del Carnico».

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